Il
presidente bulgaro Georgi Parvanov ha posto il veto alla nuova legge di
famiglia approvata il 13 giugno scorso dal Parlamento. La nuova legge, tra
le varie cose, prevedeva di togliere la patria potestà ai genitori che
avessero lasciato i loro figli in affidamento ai servizi sociali per oltre
un semestre. Ma questo aspetto, in particolare, aveva suscitato diverse
reazioni negative sia in Bulgaria che in Italia.
Per
questo lo scorso 25 giugno sedici ong bulgare avevano incontrato
Parvanov, esprimendo le loro preoccupazioni e chiedendo al presidente di
porre il veto. Secondo queste organizzazioni gli emendamenti avrebbero
consentito di far adottare i bambini bulgari da famiglie straniere prima
che si fossero esaurite tutte le possibilità di adozione da parte di
famiglie bulgare.
Una
vicenda che si è trasformata in caso diplomatico. Perfino l'ambasciatore
della Svezia in Bulgaria, Sten Ask , aveva tenuto una conferenza stampa
dedicata ai problemi delle adozioni, chiedendo al governo bulgaro di
chiarire come mai avesse promosso in Parlamento emendamenti alla legge di
famiglia, in base ai quali determinati ambienti avrebbero potuto speculare
e guadagnare ingenti somme per le adozioni di bambini bulgari da parte di
famiglie straniere.
Secondo
le stime di Ask, l'adozione da famiglie straniere di un bambino bulgaro
costa oggi una somma compresa tra i 23.500 e i 25.000 dollari.
Dal
canto loro alla Radio Nazionale Bulgara, l'associazione Bulgaria-Italia ed
alcuni cittadini italiani avevano espresso la loro preoccupazione e
perplessità nei confronti delle norme appena approvate dal Parlamento in
questa materia.
Il
presidente bulgaro Parvanov ha spiegato che manca una chiara priorità
alle adozioni in patria: ''L'adozione dei bambini bulgari all'estero deve
essere l'ultima possibile alternativa", ha affermato. Il presidente
ritiene che l'attuale preoccupante situazione demografica in Bulgaria
richieda una particolare attenzione alla tutela dei bambini e debba essere
fatto tutto il possibile affinché i bambini bulgari possano vivere in
modo dignitoso nel proprio paese.
In base
alla Costituzione bulgara, la legge ritorna al Parlamento che dovrebbe
esprimersi entro la fine del mese di luglio. Per l'approvazione definitiva
basta la maggioranza semplice.
È
dunque da verificare se il Governo terrà conto del parere presidenziale e
delle obiezioni espresse della società civile, emendando opportunamente
il testo della legge, oppure se chiederà al Parlamento di confermare il
testo già approvato.