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NUOVO SITO ONLINE!
Puoi navigare ancora qui, ma i nuovi eventi 2023 saranno pubblicati solo sul nuovo sito!
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Emozioni...
con le Ali
- E' la pagina dedicata a poesie, lettere e
pensieri che le nostre famiglie hanno scritto per descrivere
emozioni e momenti vissuti nel corso della propria vita adottiva.
- Ed in occasione di celebrazioni importanti anche
i bambini recitano emozionanti poesie!
- Volete farci emozionare un po' anche voi?
Scriveteci!
info@leradicieleali.com
- Buona lettura e buon ascolto!
- ...dimenticavo!
Poesie, Filastrocche e Ninne Nanne
continuano anche sul
nostro Forum, vi piacerà!
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Notte da vivere
- Poesia
per le Festività 2021, grazie a Francesco e...
Auguri!
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- Il dono
atteso
- Poesia
per il Santo Natale 2020, apprezzata ed attesa ogni anno! Auguri Francesco e tutti!
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Culla di tenerezza
- Poesia
per il Santo Natale 2019, Auguri a Francesco e tutti voi!
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Un altro giorno
- Poesia
per il Santo Natale 2018, immancabile come sempre, grazie a Francesco!
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Notte di luce e di Mistero
- Poesia
per il Santo Natale 2017, grazie e Auguri, Francesco!
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Via d'Amore
- Poesia
per il Santo Natale 2016, a Francesco i nostri AUGURI!
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...E' già qui...
- Poesia
per il Santo Natale 2015, composta da Francesco, grazie!
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Un arcobaleno di luce
- Poesia
per il Santo Natale 2014, l'immancabile dono che ci ha
inviato l'amico Francesco
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Ho fretta di fermarmi
- Poesia
inviata dal'amico Francesco per Pasqua 2014
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Non sono nato invano...
- Poesia
per il Santo Natale 2013, composta come da tradizione
dall'amico Francesco
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Lama di luce
- Poesia
per il Santo Natale 2012, composta da Francesco
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...Quiete e fuoco
- Poesia
per il Santo Natale 2011, composta da Francesco
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Una notte d'inverno
- Poesia
per il Santo Natale 2010, composta dal piccolo Matteo, 9
anni
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Una figlia del cuore
- Lettera aperta
che ci ha inviato Federica, ricca di valori e spunti
di riflessione
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Con gli occhi di un bambino
- Poesia
per il Santo Natale 2010, composta da Roberto
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Il tutto e il niente
- Poesia
per il Santo Natale 2010, composta da Francesco
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Notte di tenerezza
- Poesia
per il Santo Natale 2009, composta da Francesco
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Cercami Altrove...
- Poesia
per il Santo Natale 2008, composta da Francesco
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A tutti i bambini adottati
- Poesia
piena di emozioni che ci viene inviata da Laura
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Lettera dal Vietnam
- Poesia
in occasione della Festa della Mamma 2006, inviata da Roberto
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Al nostro caro Andy...
- Poesia
dedicata ad Andres da mamma, papà e Fabrizia
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Cucciola
- Lettera aperta
davvero emozionante che Blue dedica alla sua piccola
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Immagini e parole
- Poesia
scritta da Roberto, Aprile 2006
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Filastrocca di Pasqua
- Filastrocca
recitata da Benedetta per Pasqua 2006
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Pasqua nuova
- Poesia
recitata da Matteo per Pasqua 2006
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Quando tu ci sarai
- Poesia
scritta da Roberto
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- Tu
- Poesia
ispirazione di Roberto in occasione della Festa del
Papà
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Al mio Papà
- Filastrocca
per la Festa del Papà 2006, recitata da Matteo
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Vorrei
- Poesia
molto emozionante spedita da Roberto
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La Casa
- Favola
da raccontare in famiglia, ideata da Roberto
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Al di là di ogni cosa -
Tutto il mio amore -
Figlio mio
- 3 Poesie
nate con spontaneità, inviate dall'amico Roberto
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- Per
la Mamma
- Filastrocca
per la Festa della Mamma 2005, recitata da Benedetta
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2 Poesie
molto toccanti, inviate da Alberto per tutti voi |
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- Ninna
nanna per Fabrizia
- Ninna Nanna
dedicata a Fabrizia dalla mamma Francesca
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- Gli
Angeli
- Poesia
dedicata a tutti i futuri Papà adottivi
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- Pace
di Natale
- Poesia per
il NATALE 2004, una poesia raccontata da Benedetta
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Dormi piccola mia
- Poesia
inviata da Roberto in occasione delle festività Natalizie 2004
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- Ancor
prima
- Poesia
dedicata a Lilli, inviata da Francesco
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- Due
bambini, una storia
- Articolo
scritto da due famiglie che si sono trovate insieme
in Bulgaria per adottare i loro bambini
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Alla Mamma
- Poesia
per la Festa della Mamma 2004, una bella ed
emozionante poesia recitata da Benedetta
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- Ad
un Figlio che verrà
- Poesia
Roberto e Cristina hanno pensato di condividere con
noi questa poesia, dedicata ad un figlio che speriamo farà parte
della loro vita
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- La
Donna Madre
- Pensiero
Estratto dal testo ebraico Talmud, segnalato da Maria Grazia
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L'Amore non ha prezzo
- Poesia per
NATALE 2003, ancora una bella poesia scritta da Francesco
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- Alberi
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Il piccolo Fiore
- 2 Favole da
raccontare ai vostri bimbi, scritte da Barbara
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In questo giorno di Pasqua
- Poesia per
PASQUA 2003, una piccola poesia raccontata da Benedetta
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Segui la Stella
- Poesia per
NATALE 2002, ecco una bella poesia scritta da Francesco
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Una Famiglia felice
- Riflessioni spontanee,
ricevute via e-mail. L'adozione affrontata con serenità e
convinzione, senza timore alcuno
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- 3
Agosto 1996
- Poesia La
gioia di adottare un bambino
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Giorni Passati
- Poesia
Il bisogno di amore come
fondamento per l'adozione
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Pensieri, ricordi e riflessioni di una nonna adottiva
- Riflessione
Una nonna racconta il
momento dell'adozione e riflette
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Le verità nascoste
- Lettera aperta
Uno scritto 'coraggioso' che ci è stato inviato da
una coppia di genitori adottivi e descrive i dubbi di una famiglia
giunta al traguardo dell'adozione
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Notte da vivere
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Notte da incorniciare, lungo i filari del tempo,
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una grotta per casa, una mangiatoia per letto,
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rifiutato e poi perseguitato.
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Notte da incontrare, fra strade sconnesse
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a indicarci la via e camminare al nostro fianco.
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Notte da raccontare, da sfogliare
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fra le pagine frammentate dei giorni,
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la Sua fedeltà dentro le nostre infedeltà.
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Notte da vivere, la Sua vita che si fa dono
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e il Suo amore da accogliere e da condividere.
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Ora il cuore in attesa Lo cerca,
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perché in Lui la speranza ha preso casa.
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-
- Francesco Di Ruggiero
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Il dono atteso
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Prima che l’alba imbiancasse il giorno,
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e il silenzio lo fasciasse
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una luce da lontano mi precedeva.
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Il cuore un incendio,
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i pensieri alla voce:
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“Lo troverete in una mangiatoia”.
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Un gemito mi accolse,
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lo stupore mi avvolse.
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Nei Suoi occhi la storia prendeva vita.
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Di tenerezza avvolto da Increato a creatura.
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Un velo di sorriso mi colse,
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e tanto amore si espanse.
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La mia libertà, argine alla Sua Onnipotenza,
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ha trovato la ragione della speranza,
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il dono atteso,
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il senso del cammino.
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Ora il cuore giubila, freme e teme
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perché il dono è da trafficare.
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-
- Francesco Di Ruggiero
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Culla di tenerezza
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E’ ancora la notte a vestirsi di stupore.
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Una cometa addita la meta,
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una voce guida il passo,
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nel silenzio l’annuncio: “ E’ nato ! “
-
Il filo della vita si riannoda.
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Di povertà ammantato entra nel tempo
-
a raccogliere ogni anelito,
-
ascoltare ogni preghiera
-
dare senso e risposte a ogni storia.
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In questo tempo fuggevole
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il Suo cuore, culla di tenerezza,
-
scandisce amore vivendo.
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L’alba di speranza diviene giorno.
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Attesa vigilante l’incontro,
-
un grazie infinito il dono.
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-
- Francesco Di Ruggiero
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Un altro giorno
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“…Dimmi i tuoi sogni
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tu che all’angolo della via serri i pugni,
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dalla solitudine bruciato,
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che racconti della vita la fatica.
-
Dimmi i tuoi sogni
-
tu che versi lacrime,
-
che cerchi tempo e ascolto.
-
Cosa cerchi nel tuo andare? “
-
“Cerco Te per ritrovarmi, per capire
-
e dare ai giorni un senso.”
-
“Eccomi, sono qui, sono nato
-
a dare misura al tempo,
-
voce a chi non ha voce,
-
vita all’amore.
-
Dalla culla alla croce,
-
prigioniero e mendico d’amore
-
sono dentro la tua storia
-
a scrivere un altro giorno insieme
-
per viverlo e raccontarlo.”
-
-
- Francesco Di Ruggiero
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Notte di luce e di Mistero
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Parole che cercano abbracci
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silenzi che diventano voce:
-
“Sono nato per dare asilo alla vita,
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ragione e certezza alla speranza,
-
volto all’amore.
-
Sono nato per camminare al tuo fianco
-
insegnarti ad amare,
-
più ancora a perdonare e a donare
-
Lungo il migrare dei giorni
-
la
mia Presenza diventa presenza,
-
quando nell’altro mi riconosci,
-
ti
curvi e ascolti.
-
In
questa notte di luce e Mistero
-
fa
che io non sia nato invano…”
-
- Francesco Di Ruggiero
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Via d'Amore
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Lungo i viali del tempo
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in questa notte infinita
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scrive amore la Tua nascita.
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Il cielo si curva sulla terra
-
dono che diventa vita
-
Dacci i tuoi occhi per vedere oltre,
-
le tue mani per abbracciare
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i tuoi piedi che sanno di cammino per incontrare,
-
anche il Tuo cuore per sperare ancora..
-
Nel silenzio che ogni cosa fascia
-
una voce detta la meta:
-
“Non è più la stella a indicare la via, ma
l’amore…”
-
-
- Francesco Di Ruggiero
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...E' già qui...
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E’ ancora notte,
-
il silenzio si fa voce:
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“ E’ già qui…, è nato…”
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a raccogliere il grido di chi si è “perso”,
-
a tessere la vita di fedeltà,
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a ricucire gli strappi della solitudine,
-
a dare respiro alla ricerca.
-
Intanto la notte prende luce,
-
la speranza volto,
-
l’amore nome.
-
-
“ …E’ già qui…” senza indugio
-
il cuore muove passi.
-
- Francesco Di Ruggiero
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Un arcobaleno di luce
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Tu, la somma del tutto
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noi frazione del niente
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dietro strade fatte di incroci.
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La
notte racconta Vita
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mentre nel cielo un arcobaleno di luce
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ridisegna un’alleanza d’amore.
-
L’Eterno entra nel tempo
-
l’infinito nel limite.
-
vertigine di stupore
-
abbraccio di tenerezza.
-
Di
speranza si colora la nostra finitudine.
-
- Francesco Di Ruggiero
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Ho fretta di fermarmi
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-
-
In
questo giorno pieno di domande
-
ho
fretta di fermarmi, raccogliere pensieri,
-
abbracciare di ogni uomo il fardello,
-
stringere mani, cercare condivisione.
-
Altre
mani stringono
-
solitudine, lacerazione, abbandono
-
vite
che cercano riscatto
-
nell’inevitabile sgranarsi dei giorni.
-
Nel
silenzio raccolgo il grido
-
di
cuori feriti, incompresi, arsi.
-
La
realtà denuncia indifferenza
-
solo
la speranza albeggia
-
oltre
la tomba vuota.
-
Ho
fretta di fermarmi,
-
raccogliere di ogni latitudine il dolore
-
abbracciare sogni, testimoniare Te
-
confinato da un amore che sovrasta ogni croce.
-
Ora lo
so, fermarmi per cercarTi
-
è
scoprire che mi precedi ogni volta, sempre
-
dentro
questa vita dalle scelte dilaniata
-
e
lasciarmi amare per ricominciare.
-
Oggi
il cielo ha spalancato le braccia
-
per un
dono più grande…è RISORTO.
-
Ora
posso fermarmi e con la vita…raccontare.
-
- Francesco Di Ruggiero
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Non sono nato invano...
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-
-
Notte di stupore fretta di fermarsi
-
speranza di un incontro, poi L’Evento … E’ nato!
- Nel
cuore il seme e una voce
- a
dare alla vita una svolta:
-
“Non cercare nel Natale il Natale,
-
vivilo ogni giorno, tutti i giorni
-
dentro la fatica del vivere.
-
Non sono nato invano
- se
fai della tua vita dono”.
-
Intanto una luce ogni cuore irradia
- per
dare senso al divenire.
-
-
-
Francesco Di Ruggiero
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Lama di luce
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-
Ancora come un urlo, una voce, squarcia l’aria
-
si diffonde, sconfina in ogni latitudine, rimbalza:
-
“DiGli che ci sono anch’io,
-
a raccontare della vita solitudini, lacerazioni.
-
Sempre ferito il cuore
-
confuso e perso nella ricerca
-
nella mente tortuose domande si confondono.”
-
-
Di colpo, un’altra voce, oltre il vagito,
-
a scuotere il silenzio
-
diventa presenza, risposta:
-
“Di’ a tutti che sono nato,
-
a dare volto all’amore
-
nome alla speranza, senso ai giorni… “
-
-
Intanto una lama di luce fende il buio
-
a rischiarare di ognuno la notte…
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...Quiete e fuoco
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-
Fasciata di tenerezza la notte,
-
l’Amore sta per prendere tempo e volto…
- Di
colpo nell’aria una voce, più di un fruscio,
- a
fendere il silenzio porta quiete e fuoco:
-
“Racconta la vita con la vita
-
lasciati amare per essere diffusore d’amore
-
semina senza pensare al raccolto
-
cerca nell’altro il bisogno
-
dona un sorriso
-
condividi il dolore
-
alza lo sguardo
-
fermati per accorgerti
-
ascolta , sogna insieme. ”
-
Intanto la notte lascia al giorno il suo incedere
- e
una luce si diffonde … E’ nato !
- La
Sua vita diventa impegno ad amare.
- La
voce riprende:
-
“Più che farvi dei doni … fatevi dono.”
-
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Una notte d'inverno
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In una notte d'inverno
era nato un bambino molto importante
e la notizia si diffuse come una voce tonante.
Un angelo apparve a un pastore
e gli disse dove trovare il piccolo Salvatore.
I Re Magi seguirono la stella cometa
per trovare la loro meta
e la seguirono anche per mari e monti
fino ad arrivare ai più lontani orizzonti.
Questo bambino si chiama Gesù
ed è venuto sulla terra
per portare la pace e non la guerra.
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Una figlia del cuore
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- Buongiorno a tutti,
io sono Federica. Ho 46 anni e sono molto lieta di aver visitato
il vs sito.
Non sono una donna alla ricerca del figlio del cuore, ma sono io
stessa una figlia del cuore, accolta a nuova vita in una
affettuosa famiglia 43 anni fa.
Sono nata in Italia da donna che non volle essere nominata.
Insieme a me una sorella gemella. Fummo subito separate e le
nostre esistenze non si sono mai incrociate.
- Ora sto tentando di trovarla, ma è
quasi un’impresa titanica. Al tribunale mi hanno informato che
se, ancora una volta, non si incroceranno le rispettive
richiesta di accedere ai rispettivi atti nulla potrà accadere.
Devo solo attendere.
Ma la mia vita è stata fantastica. Ho avuto una mamma amorevole
ed attenta. Un padre assai
severo, ma che ho rimpianto tanto dopo la sua morte.
- Ma una ferita non si è mai
rimarginata: il dolore per non avere potuto condividere la mia
esistenza con la mia metà di vita intrauterina.
Della donna che mi partorì non mi interessa davvero nulla.
- Ho sempre rispettato la sua scelta
ma non le ho mai perdonato di averci diviso.
Questo no. Questo dolore mi accompagna dall’età di 14 anni
quando seppi casualmente di venire da "altrove". L’elaborazione
del lutto è durata tanto.
Solo alla soglia dei 30 anni ho davvero realizzato che
quell’antico abbandono non aveva in realtà intaccato il valore
reale della mia persona.
- Non ero una figlia di serie B, non
ero un rifiuto pietosamente raccolto, ma ero IO, soltanto IO,
meritevole di tutto il bene che la vita doveva darmi, perché ero
UGUALE a tutti.
- I bimbi sono TUTTI UGUALI, hanno
uguali diritti e solo chi non ama l’infanzia non può capire che
figlio diventa chi ti prende per mano e ti accompagna dentro la
quotidianità della vita, fatta di amore, di rimproveri, di
sorrisi e di pianti, di punizioni e di premiazioni, di
tranquillità e di sorprese.
- Ai tempi della mia adozione c’era
ancora molta diffidenza ed ignoranza, presenti anche nei parenti
acquisiti. Si riteneva che un bimbo abbandonato portasse con sé
le colpe di chi lo aveva rifiutato e si tendeva a "nascondere"
lo status di adottato a tutti. All’adottato compreso! Così si
alimentavano fantasmi ed insicurezze che, bene o male, hanno un
po’ condizionato il mio lato affettivo.
- Non sono mai stata molto espansiva
anche se apparentemente molto socievole. Non è stato facile
allacciare relazioni sentimentali, tant’è che mi sono sposata
tardi, ma ho realizzato il sogno della maternità e la mia bimba
mi sta donando immense gioie e soddisfazioni.
Però il treno della mia vita ha viaggiato tranquillamente.
- Ora vorrei trovare la stazione
giusta per abbracciare questa sorella.... chissà .....
- a volte i miracoli accadono!
Auguri a tutti e Buone Feste
Federica
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Con gli occhi di un bambino
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-
Caro Gesù
-
questo Natale non ti chiederò la pace nel mondo,
-
tanto ci sarà sempre un popolo che ne opprimerà un
altro.
-
Non ti chiederò di sfamare l’umanità,
-
comunque qualcuno approfitterà sempre del più debole.
-
Non ti chiederò che tutti si possano accettare
-
e non ci siano più differenze tra gli uomini.
-
No,
-
non ti chiederò niente di tutto questo!
-
Vorrei solo che mi rendessi capace
-
di guardare il mondo con gli occhi di un bambino,
-
di avere sempre un sorriso
-
per chi mi passerà accanto,
-
di saper consolare
-
un amico che ha pianto,
-
di non vedere più il bianco ed il nero,
-
l’alto e il basso,
-
l’orientale e l’occidentale
-
ma un unico grande popolo
-
che cammina, tenendosi la mano,
-
verso un futuro fatto di pace e felicità.
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Il tutto e il niente
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-
Nella notte alta
un vagito squarciò l’aria,
lo scandalo della Sua nascita
ci raggiunse per raccontare
della vita passione.
Come fili invisibili
il Tutto e il niente s’intrecciarono.
Nella notte alta
un urlo fermò il tempo,
lo scandalo della croce
ci sconvolse per dirci
della vita il Suo amore.
Come ricami di un disegno più grande
il Tutto riscattò il niente.
Nella notte alta
con i miei pensieri
abbraccio il mondo
per raccontare con la vita
di come il Tutto si fece niente
per essere dono per noi.
-
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Notte di tenerezza
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Notte da
raccontare
di mistero fasciata
L’infinito si fa finito
dentro una fragile vita.
Da invisibile, a visibile, vulnerabile.
L’Amore ha preso tempo e volto.
Nei cuori in ricerca
anelante il pensiero lo insegue.
Intanto una scia luminosa dal cielo
di tenerezza accarezza la terra
per dare all’uomo
senso, speranza, riscatto. |
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Cercami Altrove...
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-
Forse Ti ho sognato
-
mentre Ti cercavo con le mani intrecciate.
- Più
di una speranza la Tua voce a fare eco:
- "
Non
cercarmi fra paglia e fieno,
- ma
su reticolati di solitudine
- e
gomitoli d’indifferenza.
-
Nemmeno infante,
- ma
vecchio e stanco fra pareti imbottite di silenzio
- e
cimiteri di parole a sgranare ricordi.
- Non
nella greppia, fra magi e pastori,
- ma
sul ciglio delle strade
- a
raccogliere la disperazione dell’uomo.
-
- Se
in ogni cuore c’è ancora posto per l’amore
-
sono sempre in attesa per nascere ogni volta…"
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A tutti i bambini adottati
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-
-
C'erano una volta ... due donne
-
che non si
erano mai incontrate
La prima che non ricordi,
-
l'altra che chiami "mamma"
Due vite diverse nel compimento
-
di una sola ...La Tua!
La prima ti diede la vita,
-
la seconda t' insegnò a viverla
La prima creò in te il bisogno d'amore,
-
la
seconda si affannò a colmarlo
La prima ti dette le tue radici,
-
la seconda ti propose uno scopo
La prima fece nascere in te l'emozione,
-
la
seconda calmò le tue angosce
La prima ricevette il tuo primo sorriso,
-
la
seconda ti asciugò le lacrime
La prima ti offrì in adozione ...
-
è tutto ciò che poteva fare per te
La seconda pregò per avere un figlio
-
e Dio la porto verso di te...
Ed ora ... quando piangendo
-
mi poni l'eterna
domanda ...
Eredità naturale od educazione,
-
di chi sono il frutto?
Né dell'una, né dell'altra,
-
bambina cara ...
Semplicemente di due forme diverse
dell'AMORE !
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Lettera dal Vietnam
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-
-
Ho bisogno delle tue
mani,
-
perché quando cado
-
mi possano
sorreggere,
-
quando piango
-
possano consolarmi,
-
quando sorrido
-
possano accarezzarmi
dolcemente.
-
Ho bisogno delle tue
mani,
-
perché quando mi
sento solo
-
tu mi possa
abbracciare.
-
-
Ho bisogno dei tuoi
occhi,
-
che comprendano
-
ogni mio sguardo,
-
mi osservino
-
mentre gioco,
-
mi veglino
-
quando dormo.
-
Ho bisogno dei tuoi
occhi,
-
perché tu mi possa
guardare
-
mentre divento
grande.
-
-
Ho bisogno del tuo
cuore,
-
che sia il mio
rifugio
-
ad ogni temporale,
-
che mi possa capire
-
quando non so
spiegare,
-
mi possa portare
-
là dove non so
arrivare.
-
Ho bisogno del tuo
cuore,
-
perché è dal tuo
CUORE
-
che io voglio volare.
-
-
MAMMA …
-
Ho tanto bisogno di
te.
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Al nostro caro Andy...
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Era ieri
non conoscevo il tuo sorriso
Era ieri
non conoscevo il tuo pianto
Era ieri
non conoscevo il tuo volto
Era ieri
mancavi tu
Poi il vento ci ha portato lontano....
Poi i sogni son divenuti realtà....
-
Poi ......
-
un sorriso ...il tuo
un abbraccio ...il tuo
UN AMORE GRANDE ...TU
una famiglia tutta per te
NOI.
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Cucciola
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Cucciola. Solo Dio sa quanto ti ho aspettata...e quanto ho pianto
prima. Tu avevi solo due anni, la prima volta che ti ho visto.
C'era una suora che ti teneva per mano. L'abitino di cotone con i pizzi, le scarpette di vernice
nera, sembravi una bambolina. Ma avevi un viso serissimo. Il
viso più bello, incredibilmente bello e triste che avessi
mai visto. La suora ti ha detto: "Questi sono mamma e papà" e tu sei
scappata via, a fare i giri sulla macchinina, nell'enorme
cortile dell'istituto. Ma io ero già stata colpita al cuore, come non mi era mai
successo prima. Ti ho lasciato fare i giri, e ogni tanto ti guardavo con la
coda dell'occhio. E anche tu ci guardavi. Guardavi quei due
sconosciuti che pretendevano di essere tua madre e tuo
padre. Però appena intercettavi il mio sguardo facevi finta
di niente, ti allontanavi. La suora ti chiamava, ti diceva
di venire lì e tu niente. Ci stavi studiando. E allora ho
detto: "Suora, lasci stare. Ci stiamo addomesticando".
Dopo un po', la suora ti ha chiamato e tu ti sei avvicinata
a lei. Tutti e tre siamo andati a fare una passeggiata, tu
davanti con la suora e noi dietro. Poi ti sei messa a correre, e sei caduta. La suora, chissà
perché, non si è fermata. Ti ho rialzato da terra, e neanche
piangevi. Ho soffiato sulla bua, ho baciato la tua manina
sporca di terra per la prima volta, ti ho guardato negli
occhi e ti ho detto: "Sai che i baci della mamma sulla bua
fanno passare tutto?". Mi hai dato anche l'altra mano,
quella sana, da baciare. poi ancora la mano che si era
sbucciata. E allora, solo allora, mi hai teso la mano... Dopo siamo tornati all'istituto, e lì mi hai trascinato a
vedere la stanza dei giochi. Sei salita sullo scivolo,
abbiamo giocato a palla. Hai mangiato, ed è venuta l'ora di
fare la nanna. Così ti abbiamo salutato, dicendoti che la
mattina dopo saremmo tornati per portarti al parco giochi
con la tua amichetta (ovviamente avevamo preso accordi prima
con la suora..). Torno in albergo, e non so come mi sento....se più stupita o
più felice...Non vedo l'ora che sia domani... Alle 9 arriviamo all'istituto. Tu sei già sveglia e sei in
cortile ad aspettarci...in pigiama. La suora si scusa: "Ha
detto 'No, veste mamma!', così ho pensato di aspettarvi".
Chiedo vestiti molto comodi, perchè la bambina possa giocare
in piena libertà. La suora mi dice anche che ieri sera prima di addormentarti
hai detto:"Mamma...Papà" ... Arriva la tua amchetta, e tutti e cinque (la suora ci
accompagna in macchina) andiamo al parco. E' una giornata di
sole bellissima, il cielo è di un azzurro incredibile. C'è
il lago con le tartarughe, gli buttiamo il pane che
provvidenzialmente la suora ha portato, poi la suora dice
che tornerà a prenderci per mezzogiorno. Noi stiamo lì con
le due bimbe. Che giocano tantissimo, se la spassano un
mondo, e alla fine hanno sabbia dappertutto. Perfino tu hai sabbia dappertutto, quella volta. Ma dovrò
aspettare un anno prima di rivederti così, sporca e
sorridente... La suora torna a prenderci, e siamo invitati a pranzo.
Questa volta ci sono anche le altre mamme ospitate lì e i
loro bimbi. E' una tavolata rumorosa, allegra. Ti lasci
imboccare da me (ma sarà la prima e ultima volta). Ora di riposino: e promettiamo di tornare a prenderti nel
pomeriggio. Di nuovo, tornando in albergo sono stupita e felice. No, ora
più felice, ho una gioia dentro incontenibile... Torniamo alle 4. Alle 4 e mezza arrivi tu, già vestita di
tutto punto, con la faccia imbronciata, che mi chiedi
imperiosa: "Merenda!" e io vado a procurarmi la merenda...e
allora il tuo viso, pur rimanendo sempre serio, diventa meno
imbronciato. Chiediamo alla superiora se possiamo portarti fuori a fare
una passeggiata, lei acconsente e aggiunge: "Se la bambina
sta bene e non piange, potete tenerla con voi anche alla
notte". Alla proposta di uscire con noi a fare una passeggiata tu
acconsenti di buon grado....e passiamo un pomeriggio intero
a girare per la città a piedi, tu corri dappertutto, la mano
non la vuoi dare mai e per attraversare ci tocca prenderti
in braccio di peso, poi è ora di tornare. Arrivi a 5 metri
dall'albergo, e con l'aria più serafica del mondo mi tendi
la mano...entriamo così nell'albergo, tenendoci per mano. La
signora della reception commenta: "Che brava bambina che dà
la mano alla mamma!", io non so se ho più voglia di ridere o
di pensare che sei una furba matricolata... Una doccia insieme, per la prima volta annuso il tuo odore,
è come se fossi una neonata, è istintuale annusarti,
controllare che tu abbia davvero tutte le dita delle mani e
dei piedi, guardare che forma hanno le tue unghie e le tue
orecchie...no, non ci posso credere, non posso diventare
madre di questa bellissima personcina...è troppo bella per
me... Si va a cena. Mangi un grissino, il resto del tempo corri
tra i tavoli. Io mangio tra un rincorrerti da una parte e
dall'altra... Io e mio marito ci guardiamo e ci diciamo: "Cosa si fa? La
bambina mi sembra tranquilla, proviamo?". Così lui va a
prendere all'istituto le tue cose per la notte. Io e te rimaniamo in camera.
Sono le nove di sera. Seduta sul letto, mi chiedi di stare in braccio. Mi metti le
braccia intorno al collo, e inizi a piangere. Cerco di
calmarti, di cullarti, di cantarti una ninna-nanna, ti dico
che papà arriva subito. Niente. Piangi. Piangi forte,
tenendomi stretta, ma senza versare una sola lacrima. Arriva mio marito, e io non ce la faccio più...inizio a
piangere anch'io. Mio sdraio sul letto, tu sei sdraiata tutta addosso a me,
con le mani mi tieni stretta fino a soffocarmi. Io ho paura. Paura di non sapere fare la madre. Paura di non
riuscire a capirti. Paura di non essere adatta a te, che il
giudice abbia sbagliato tutto. E intanto ti accarezzo la testa, la schiena, ti bacio le
guanciotte. E piango senza lacrime anch'io, con mio marito
che cerca in tutti i modi di consolarmi. Sono ormai le cinque di mattina quando ti addormenti
sdraiata sulla mia pancia. Io mi sento come una madre che ha
appena partorito e a cui abbiano messo il suo bambino sulla
pancia, perchè si riconoscano l'un l'altro. Non piango più.
Decido che se vuoi dormire così, sdraiata su di me, per me
va bene. Per un po' ti guardo dormire, poi piano piano
rotoli da una parte. Io non riesco a chiudere occhio. Alle sette di mattina ti svegli. E la prima cosa che dici è
"Mammu, mammola...latte!". Poi inizi a ridere e a saltare
sul letto. Là fuori, il sole risplende come non l'avevo mai
visto fare. Ora sono tua madre, ora tu sei mia figlia.
Lo sarò per sempre. Sono così felice che tu sia mia figlia, cucciola mia.
Così felice da non riuscire neanche a descriverlo. Grazie perchè ci sei.
Blue |
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Immagini e parole
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Un istante,
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un soffio di
vento
-
ha un gabbiano
-
per lasciare il
suo nido
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ed imparare a
volare.
-
-
Un solo momento,
-
il tempo di
un’aurora
-
ha una piccola
tartaruga
-
per schiudere
l’uovo
-
e conquistare il
suo mare.
-
-
Appena un attimo,
-
il tempo di un
respiro
-
ha un cucciolo di
gazzella
-
per erigersi in
piedi
-
e correre nella
savana.
-
-
Un minuto,
-
chiedo solo un
minuto
-
per poterti
abbracciare,
-
stringerti al
cuore
-
e sussurrare il
tuo nome.
-
-
Per molti quell’istante
-
vuol dire vita,
-
quel minuto
-
cambierà la mia
-
per sempre.
-
Roberto
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Filastrocca di Pasqua
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Da una piccola chiesa
tra i fiori di un prato,
si sente ad un tratto un lieto rintocco:
"Din, don, dan... Din, don, dan...".
Suona a distesa la vecchia campana
e la notizia già arriva lontana.
Dal mare ai monti, di casa in casa,
ripetono in coro le note gioiose:
"È Pasqua! Alleluia. Sia pace nel Mondo"
Sorride un bambino alla vecchia campana,
ascolta felice e guarda in su,
ora sa anche lui che è risorto Gesù.
-
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Ascolta
la Poesia
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Quando tu ci sarai |
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la pioggia non ci
bagnerà,
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quando tu ci sarai
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il tuono non ci
spaventerà,
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quando tu ci sarai
-
il vento non ci piegherà
…
-
… e guarderemo il blu
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oltre le nuvole,
-
scorgeremo l’aurora
-
al di là della notte,
-
scopriremo l’amore
-
dopo tanto dolore.
-
Quando tu ci sarai
-
ci sarai tu
-
e niente di più.
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Roberto, Aprile 2006
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Tu |
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Ma chi sei tu
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che ancor non conosco,
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da sconvolgere
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le mie sicurezze, la mia
esistenza?
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Come fai tu, così innocente
-
a costringermi
-
a lottare
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pur di averti, pur di amarti?
-
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Come riesci
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a penetrare nelle mie ossa,
-
emozionare il mio cuore
-
e turbare la mia mente?
-
-
Come riesci
-
a rubare ogni mio pensiero,
-
appropriarti delle mie parole
-
e dipingere i miei sogni?
-
-
Come puoi essere
-
così lontano
-
e nello stesso tempo così vicino
-
da poterti persino sentire,
toccare?
-
-
Come puoi essere
-
così piccolo,
-
ma tanto grande
-
perché io viva ormai solo per
te?
-
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Cosa avrò fatto io
-
di così bello
-
perché tu possa un giorno
-
chiamarmi papà?
-
-
…. Dubbi, pensieri,
-
ancora dubbi
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ma una sola certezza….
-
TU!!!
Roberto, Marzo 2006
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Vorrei |
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Vorrei fosse l’inverno
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e che i fiocchi di neve
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mi portassero te.
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Vorrei arrivasse la
primavera
-
perché i fiori al risveglio
-
vedessero te.
-
Vorrei venisse l’estate
-
per vedere le fate
-
giocare con te.
-
Vorrei tornasse l’autunno
-
perché i colori più belli
-
assomigliano a te.
-
Vorrei parlare al tuo cuore
-
per provare a lenire
-
il dolore che è in te.
-
Vorrei parlassi al mio cuore
-
per poter colmare
-
il vuoto che è in me.
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Vorrei urlare ti amo
-
per riuscire a violare
-
il silenzio che c’è.
-
Vorrei gridare il tuo nome
-
perché tutto il mondo
-
sappia di te.
-
-
Vorrei, vorrei…
-
... in fondo tutto ciò che
vorrei
-
è riuscire ad incontrare, un
giorno,
-
gli occhi tuoi.
Roberto
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La Casa
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Una sera un bambino stava per andare a dormire
quando disse a suo padre: "papà raccontami una
storia !"
Il papà si sedette accanto a lui nel lettino e
cominciò a raccontare:
“In un paese lontano viveva un bambino che, un
giorno, di buon mattino, uscì di casa e cominciò
a correre e giocare nei prati.
Ad un certo punto, davanti al bimbo spiccò il
volo una farfalla.
Il bimbo venne subito attratto dalla farfalla
perché era molto bella ed aveva grandi ali di
tutti i colori, così cominciò a seguirne il
volo. Correndo la seguì per i prati oltre la
collina, poi giù lungo il fiume e poi ancora
prati finché, voltatosi, si accorse che non
riusciva più a vedere la sua casa. Il bimbo,
però, aveva corso tanto per raggiungere la
farfalla e non aveva nessuna intenzione di
lasciarsela sfuggire, per cui ricominciò a
seguirla. La rincorse ancora per un po’, fin
quando davanti a sè comparve una graziosa
casetta.
La farfalla andò a posarsi proprio sul tetto di
quella casa e il bambino ora non sapeva come
prenderla se non entrandoci.
Arrivato davanti alla porta, vide un grosso
cartello e rimase stupito, perché sebbene non
fosse ancora in grado di farlo, riusciva a
leggere ciò che vi era scritto:
Il
giorno volgeva ormai al termine, il bimbo cominciava ad
avere freddo e fame, così incuriosito decise di entrare.
La
porta era aperta ed entrando, si trovò in una grande
sala tutta illuminata, il fuoco nel camino riscaldava
tutta la stanza e nel centro c’era una grande tavola
apparecchiata per molte persone. Il bimbo urlò “c’è
nessuno” e subito da una porta sbucò un simpatico
cagnolino che gli si fece incontro scodinzolando e
facendogli le feste, subito lo seguì una mamma che gli
chiese il suo nome, lo prese in braccio facendolo poi
sedere alla tavola e gli servì la cena.
Il
bambino alzò la testa e vide che intorno a lui si era
seduta tanta altra gente, c’erano i nonni, gli zii, i
cuginetti e tanti amici; il bimbo allora cominciò a
raccontare la sua storia, di come fosse giunto fino a
quella casa, della farfalla e del cartello e tutti lo
stavano ad ascoltare. Finita la cena la mamma vide che
il piccolo era molto stanco e lo portò nel suo lettino.
La cameretta era molto grande con tanti giochi un po’
dappertutto e davanti al letto c’era una coperta sulla
quale il cagnolino andò a fare la nanna; su un lato
c’era una grande finestra dalla quale il bimbo poteva
vedere tutte le stelle del cielo e la luna che
rischiarava a giorno tutta la stanza. La mamma ripiegò i
suoi vestitini e gli rimboccò le coperte, poi gli diede
il bacio della buonanotte.
Il
bambino era esausto dalla giornata appena trascorsa, ma
era molto felice di essere entrato in quella casa così
decise che quella, da quel preciso istante, sarebbe
diventata la propria casa e le persone che lì vi
abitavano dovevano essere la sua nuova famiglia.”
Vedi – disse il papà al proprio figlio – quel
bimbo sei tu.
Il
bambino strinse le mani del papà e gli disse:
- si
papà quel bambino sono io -
ed
aggiunse
-
c’era anche la mamma, c’erano i nonni e gli zii, ma tu
dov’eri? -
Io…..
– rispose il papà abbracciando il figlio –
…..vorrei
essere per te quella casa.
Roberto
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Al di là di ogni cosa
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Vorrei tanto che qualcuno mi dicesse
che io sono il padre che fa per te,
vorrei tanto prometterti
che con me sarai felice,
vorrei tanto sapere
di essere nel tuo cuore
come tu lo sei per me,
ma mi basta pensare
che tu ci sei
e che,
se ti accontenterai di un papà
che ti amerà
al di là di ogni cosa,
che imparerà a farlo
crescendo con te,
che ti aiuterà a comprendere
il tuo passato
per capire il tuo futuro,
beh … allora cercami
e lotta con tutte le tue forze
fin quando mi incontrerai,
perché sarò proprio io
il papà che fa per te!!
Roberto
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Figlio mio
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Come potrei vivere senza amarti
se è l’amore stesso
che mi spinge verso te,
come potrei vivere senza sorriso
se è il tuo sorriso
la speranza che ancora c’è,
come potrei vivere senza te
se proprio tu
sei la vita che c’è in me!
-
-
Roberto
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Tutto il mio amore
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-
Ti porgerò le mani,
ma tu sei troppo debole
per poterti sorreggere.
Ti insegnerò le mie parole,
ma tu sei troppo piccolo
per comprenderne il significato.
Ti darò la mia casa,
ma tu una casa
forse neppure sai cosa è.
Ti darò tutto il mio amore…
… ed allora ti alzerai,
e abbracciandomi mi dirai
- andiamo a casa papà –
Si, ti darò tutto il mio amore
per ciò che tu fai per me,
perché ora so commuovermi
sognando un tuo sorriso,
perché ora mi intenerisco
immaginando un tuo sguardo,
perché ora so piangere
pensando al tuo pianto,
perché ora mi emoziono
sognando il momento
in cui ti incontrerò.
Si, ti darò tutto il mio amore!!
-
-
Roby
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Per la Mamma
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Filastrocca delle parole,
-
si faccia avanti chi ne vuole.
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Di parole ho la testa piena,
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con
dentro la 'luna' e la 'balena'
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Ma le più belle che ho nel cuore,
-
le
sento battere:
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'Mamma'
, 'Amore'
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Auguri!
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Ascolta
la Poesia
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Preghiera
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- Insegnami a volare
- Portami via sul grande aereo
- Insegnami la serenità
- Che ha il nome della speranza
- Ricordami l’amore
- Con un abbraccio senza fine
- Consola i miei singhiozzi
- Asciuga le mie lacrime
- Col tuo viso, i tuoi capelli, non
importa come
- Stringimi forte
- Anche se non ti conosco
- Non so nulla di te, dei tuoi odori,
della tua voce
- Riprendi i fili della mia infanzia
dispersa, negata
- Tessi per me non un arazzo magnifico, il
più splendente
- Che stia appeso in una sala
- Ma
una piccola tela dai molti colori
accostati
- Avvolgimici dentro e portami via
- E
solo allora, finalmente, sboccerò alla
vita
-
- ventiquattrogiugnoduemilaquattro
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La tua vita (a Johnny)
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La
tua vita
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Consegnata nelle mie mani
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Nelle mani di tua madre
-
Dei tuoi fratelli
-
Nelle nostre vite
-
….
E in quelle di tanti altri ancora
-
Il
tuo incedere incerto
-
Mi
ha insegnato a camminare ancora
-
Mi
ha fatto cadere
-
(più di quanto pensassi)
-
E
mi ha fatto rialzare
-
Più forte, più deciso, più uomo
-
La
tua piccola vita
-
I
tuoi occhi grandi di un anno fa
-
Che quasi non si accorgevano di noi
-
I
miei occhi pieni di lacrime
-
(che non ho mai smesso di asciugare)
-
I
tuoi passi di oggi
-
Il
mio starti accanto
-
Ridiventando piccino
-
Inventando storie e ruggiti di leoni
-
Ululati di lupi che ancora confondi con
il cane
-
Come costruzioni di lego
-
Si
incastrano le nostre vite
-
Si
vanno intrecciando di sorrisi complici
-
-
Ancora ti stupisci del fuoco del camino
-
E
non sai del tuo essere incendiario
d’amore
-
-
La
tua vita
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Le
nostre vite
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Consegnate ai nostri cuori
diciottodicembreduemilatre
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Ninna nanna per Fabrizia
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in una notte di
mistero,
io ti vidi
e rimasi incantata.
da una fata mi fosti
donata.
Tanti bei capelli neri
e occhi grandi pieni di
misteri
il nasino piccino
picciò
il tuo volto m'incantò.
Sei più bella di una
stella
e nel cielo e' sicuro
non c'è
una stella più bella
di te
una bimba più bella di
te.
Francesca
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Gli Angeli
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Non
so dove vivano gli angeli,
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non so se siano in cielo, in paradiso
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o qui sulla terra in mezzo a noi,
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ma una cosa so per certo
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so che uno di loro mi sta già aspettando.
-
-
Non so se avrà il mio sorriso…
-
ma chissà se avrà sorriso mai.
-
Non so se avrà i miei occhi…
-
ma chissà i suoi occhi
-
quanto avranno pianto già.
-
Non so se avrà il mio viso,
-
non so se avrà la mia bocca,
-
forse, non avrà neppure
-
il colore della mia pelle,
-
di sicuro non mi rassomiglierà,
-
ma una cosa so per certo:
-
uno di loro, presto,
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Pace di Natale
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Di paglia
e fieno è la tua culla
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e
non hai i panni e non hai nulla
-
per
riscaldarti fuoco non hai
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eppur
sorridi, non piangi mai.
-
Sorridi
al bue, sorridi all'asinello,
-
agli
agnellini, al pastorello.
-
Doni alla
Madonna il tuo sorriso
-
ch'è
tutto un raggio di paradiso,
-
e la tua
luce ripete al cuore:
-
" Sono la
pace, sono l'amore!"
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Buon
Natale
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la Poesia
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Ancor prima
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- …Prima che tu
nascessi
- non ti
appartenevo
- né ti
appartenevi
- entrambi
eravamo
- solo nel Suo
disegno.
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- Poi come dono
- prima noi poi
tu,
- da custodire e
vegliare,
- sei arrivata
- facendo fremere
i nostri cuori.
-
- Prima che tu
nascessi
- e ancor prima
- nel Suo disegno
insieme
- a tracciare
della vita i confini.
-
- Nel Suo amore
nasce la risposta
- al nostro amore
-
- Ancor prima,
- adesso,sempre
con noi sarai…
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Alla nostra cara Lilli
26
Ottobre 2004 |
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Due bambini, una storia
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Quando ci è stato chiesto di scrivere un articolo sulla
nostra esperienza di adozione, abbiamo in coro detto che
poche righe non sarebbero bastate per raccontare una
storia straordinaria e tutti i piccoli dettagli ben
nascosti nel cuore ma non abbastanza ordinati per
diventare un articolo per il giornale “Il Mantello”. Come
poter riassumere l’ansia, il timore, l’angoscia ma
soprattutto la felicità?
Era il 20 marzo
dello scorso anno e l’aereo ci
conduceva nella terra di Bulgaria per incontrare i nostri
bambini, ancora senza un volto, senza un nome ma già
fortemente nostri.
A sud-est della Bulgaria, a cinque
ore da Sofia, c’è la città di Burgas, bagnata dal mar
Nero.
Proprio lì, dove le onde s’infrangono sulla
riva, dove a marzo la neve copre di bianco i fitti abeti,
vivevano, fra altri cento piccoli figlioli, due
splendidi bambini, Ivo di tre anni e Jordan di
due,così somiglianti da sembrare fratelli : occhi grandi e
neri, capelli castani, nasino schiacciato.
Da quel giorno Ivo e Dancio (così
chiamavano Jordan) si sono incontrati, certamente per la
prima volta, nella stanza adibita per gli ospiti e, alla
presenza di quattro persone estranee e straniere (noi, i
futuri genitori), forse, chissà, si sono lanciati sguardi
d’intesa e si sono sentiti più forti e sicuri.
Per altri mesi ancora, dopo quell'incontro
breve ma intenso, i nostri piccoli eroi hanno respirato la
stessa aria cupa e hanno avvertito gli stessi odori e
sapori, uguali suoni e rumori hanno colpito i loro fragili
orecchi, uguali colori e labili figure umane hanno
illuminato i loro occhi. La sola brezza del mare ha
accarezzato i loro volti.
Jordan non sapeva ed Ivo neppure, che molto
lontano da loro c’era chi li pensava notte e giorno, chi
già faceva grandi progetti per loro, chi sognava di
rivederli presto per portarli in una nuova casa, in una
bella famiglia dove avrebbero imparato a sorridere, ad
essere felici per tutta la vita perché avevano la loro
mamma, il loro papà su cui poter contare sempre, sempre.
E così, grazie all’Associazione, tutto ciò
che abbiamo sognato e sperato si è realizzato, certo, non
senza ansia e palpitazione ma, quale mamma non si
scoraggia, talvolta, nell’attesa del suo bambino?
Per noi la trepidazione nasceva
particolarmente dall’idea che sarebbero dovuti passare
cinque, sei mesi e forse più perché la firma di un giudice
del tribunale rendesse definitiva la loro adozione.
Oggi il dolce Ivo e il tenero Jordan
colorano i nostri giorni, rallegrano la nostra casa.
Si
sono ambientati facilmente e, fin dal primo momento, alla
presenza dei parenti riuniti, sono passati nelle braccia
dell’uno e dell’altro senza opporre resistenza ma con la
tenerezza e la dolcezza propria dei bambini.
Non
nascondiamo che abbiamo avuto il timore di non essere
amati e ricambiati nell’affetto ma la paura è subito
svanita: Ivo si aggrappa forte alla sua mamma, Jordan
allunga le braccia verso la sua e aspettano impazienti che
il loro papà rientri dal lavoro. E poi ci sono i nonni , i
cari nonni che li guardano commossi ed estasiati e
sperano di poter vivere tanti anni ancora per vederli
crescere sani e belli.
E’
forte l’orgoglio di averli vicino ogni istante e salutarli
ogni mattina con un sorriso è la promessa di un giorno
pieno di sorprese.
Ivo e Jordan hanno dato un senso alla
nostra esistenza. La vita, certo, ci ha regalato tanti
momenti felici ma solo oggi possiamo dire di conoscere la
vera felicità: Ivo e Jordan “danno per gli occhi una
dolcezza al cuore che intender non la può chi non la
prova”.
Alfonso e Michela - Michele e Giovanna
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Alla Mamma
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Nella grande savana,
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ogni Mamma africana culla
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il
suo bimbo dagli occhi neri,
-
e
sono dolci i suoi pensieri.
-
Nell'oriente lontano,
-
ogni
Mamma tiene il suo bimbo
-
per
mano, lo guarda e sorride felice
-
ascoltando
quello che dice.
-
Se
penso a quello che tu fai per me,
-
Mamma,
che differenza c'è?
-
E
lo sai che cosa ho capito?
-
Una
cosa bella che adesso ti dico:
-
qualunque
sia il suo colore
-
ogni
mamma tiene il suo bimbo sul cuore.
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Auguri!
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la Poesia
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Una Donna Madre
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Una donna che diventa
madre
d'un bambino nato da
un'altra donna
è come acqua che evapora
e si fa nube,
volando in cielo
per portare acqua
a un albero nel deserto
Estratto dal testo
ebraico ' Talmud ' |
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L'Amore non ha prezzo
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Notte di attesa
- giorno da
raccontare
- lontano
l’evento
- si compie
nel silenzio.
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- Nell’indifferenza cosmica
- dell’uomo
in affanno
- nasce
ancora…
-
- L’amore non
ha prezzo
- la speranza
un nome
- la vita un
volto.
-
- S’innalza
un grazie
- a tanto
dono?
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Alberi
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C’erano
una volta due alberi :
-
Uno
era grande e forte, mentre l’altro piuttosto
gracile e dal tronco sottile.
-
L’albero
grande si chiamava Mao mentre quello più
debole, non avendo un nome, si faceva chiamare Vlady.
-
-
Vlady
era pieno di fiori bellissimi ed era piuttosto
preoccupato. Quando il giorno passava e la notte
diventava buia, pensava:
-
“Se
tutti questi fiori diventeranno frutti, chissà cosa
farò. Non sarò in grado di sostenerli: qualcuno di
loro dovrà soffrire e forse cadrà prima di
diventare maturo… Chissà come farò…”
-
Ed
intanto i fiori si stavano già tramutando in
frutti.
-
-
Non
troppo distante, Mao piangeva, perché era una
pianta rigogliosa di foglie verdi bellissime, ma i
fiori non volevano spuntare. Mao, con il tronco
lacrimante pregava:
-
“Qualcuno
mi aiuti, sono giovane e forte ma non riesco a fare
dei fiori, sono tanto robusto e le mie radici sono
così profonde che potrei far crescere tanti frutti
belli e succosi… qualcuno ascolti la mia preghiera!”
-
-
Vicino
alle piante c’era una fattoria dove un contadino
non riusciva a dormire tanti erano i lamenti dei due
alberi. Così un giorno si decise, andò vicino alle
piante e disse loro:
-
“State
buoni, domani verrò da voi e vedrete che troverò
una soluzione”
-
-
Il
giorno dopo, sia Vlady che Mao erano impazienti e
guardavano all’orizzonte sperando di vedere il
contadino avvicinarsi… ma aspettarono invano: una
mucca malata gli impedì di lasciare la fattoria.
-
Il
giorno seguente Vlady disse:
-
“Vedrai,
Mao, oggi verrà e porrà fine ai nostri dolori. Io
non ce la faccio più, non ho abbastanza nutrimento per tutti questi
frutti, come vedi alcuni stanno già cadendo…”
-
-
Ma
in questa giornata fu il figlio del contadino che,
dovendo fare i compiti gli chiese di restare a casa
con lui…
-
Finalmente,
dopo tre lunghi giorni d’attesa, il contadino andò
da Vlady, staccò un ramo e con un lungo lavoro
d’innesto, lo attaccò al forte tronco di Mao.
-
-
La
ferita era grande, all’inizio sembrava che il ramo
attaccato non riuscisse a sopravvivere… ma i
giorni passarono ed i frutti cominciarono ad
ingrossarsi.
-
Il
nutrimento d’amore di Mao permise loro di
maturare…
-
-
La
ferita si chiuse e, anche se la cicatrice era sempre
evidente, tutti furono felici e contenti:
-
Vlady,
perché poté aiutare a vivere i pochi frutti
rimasti sui suoi rami; Mao, perché riuscì a donare
tutto quello che aveva ai frutti trapiantati ed i
frutti che furono così forti da rimanere attaccati
al nuovo ramo e diventarono così belli e succosi
che vennero da tutte le parti del mondo per
assaporare il loro dolce gusto.
-
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Il
piccolo Fiore
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C’erano
una volta due principesse, che vivevano in paesi
lontani.
-
-
Una
di loro si chiamava Caterina ed aveva un fiore che
stava nascendo nel suo grembo, ma era infelice. Era
disperata perché non aveva chiesto al fiore di
nascere: sapeva di essere in grado di farlo
germogliare, ma sapeva anche, che dentro di sé non
aveva un giardino per farlo diventare bello: ricco
di colore e di profumo.
-
-
Era
triste, voleva farlo vivere e permettergli di
diventare un giorno il migliore di tutti i fiori …
ma piangeva, perché sapeva di non essere in grado
di farlo.
-
-
Dall’altra
parte della terra c’erano invece una principessa
ed un principino sofferenti perché volevano il
fiore ma, pur avendo un bel giardino, non avevano i
semi per farlo nascere.
-
Piangevano
molto e parlavano a tutti del loro dolore finché un
girono la loro voce arrivò ad un gruppo di persone
che promise di aiutarli.
-
-
Queste
persone, conoscevano il dramma della principessa
Caterina e sapevano che il fiore, una volta nato
avrebbe potuto crescere nel giardino dei due
principi.
-
-
Parlarono
quindi con la principessa Caterina, rasserenandola:
il fiore avrebbe trovato una terra dove poter essere
trapiantato e ricevere tutte le cure e le attenzioni
di cui aveva bisogno.
-
-
E
così fu!
-
-
Il
principino e la principessa fecero un lungo viaggio
per andare a prendere il loro bocciolo.
-
All’inizio
fu difficile per tutti perché il fiore faticava ad
abituarsi al nuovo terreno. Sembrava tutto così
strano … ma ogni giorno che passava, grazie alla
robustezza ed alla vitalità del fiore e all’amore
dei due principi, tutto si semplificò:
-
Non
diventò il più bello di tutti i fiori ma si fece
così Grande da reggersi da solo sulle sue forze,
imparò a distribuire a tutti il suo gradevole
profumo ed a trasmettere al mondo la dolcezza dei
suoi delicati colori.
-
-
E
così si conclude la nostra storia…
-
-
…
con la principessa Caterina tranquilla perché il
bocciolo nato spontaneamente dal suo grembo non
appassì, il principino e la principessa felici
perché il loro fiore gli aveva ridato la gioia di
vivere ed il fiore che fu così forte da sopportare
il trapianto e così buono da accettare l’amore di
due persone che non l’avevano concepito.
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In
questo giorno di PASQUA
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In questo
giorno di Pasqua
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vorrei
che gli uomini
-
di
ogni colore
-
si
stringessero la mano.
-
Vorrei
che tutti avessero
-
una
tavola dove mangiare,
-
un
letto dove dormire,
-
un
amico in cui confidare.
-
In fondo
in fondo
-
vorrei la
pace in tutto il mondo.
-
Buona
Pasqua
-
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la Poesia
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...Segui
la Stella
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Nel
buio della notte
-
ascoltai
una voce che mi diceva:
-
“Segui
la stella e vai…”
-
Provai
qualcosa che mi spingeva
-
ad
andare e non potei trattenermi.
-
Nel
cielo pieno di stelle
-
la
voce continuò:
-
Segui
la stella e vai…”
-
Sentii
una forza che mi guidava
-
e
non potei fermarmi.
-
Nel
cuore come un’eco
-
la
voce ripeteva:
-
“Segui
la stella e vai…”
-
Un
bimbo appena nato
-
in
una stalla, d’amore avvolto, trovai.
-
C’era
pace nell’aria,
-
odore
di fieno e di gioia,
-
mi
guardai intorno e scoprii
-
che
cercavo chi mi cercava.
-
Dolcemente
la voce riprese:
-
“Lui
è la risposta alle tue ricerche,
-
la
speranza attesa, l’amore che dà pienezza,
-
accogliLo
per donarLo.
-
Tornai
sui miei passi confuso
-
ma
pieno di una forza nuova.
-
Nel
cielo le stelle
-
cominciavano
a spegnersi,
-
l’alba
avanzava,
-
la
voce continuò:
-
“Lasciati
amare, lasciatevi amare…”
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Una
Famiglia felice
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Ho deciso di
scrivervi, in quanto volevo fare conoscere la nostra storia.
Siamo una coppia sposata
da 11 anni e già da quando eravamo fidanzati parlavamo già di figli nel
nostro futuro e siamo arrivati anche a parlare di probabili adozioni.
Dopo un paio di
anni che provavamo ad avere un figlio abbiamo iniziato a fare i primi
controlli di prassi per vedere se eravamo entrambi a posto, e quando è
risultato che l'unico sistema da provare era ricorrere ai medici (entrambi non
presentavamo ai primi controlli niente di anomalo) abbiamo deciso di comune
accordo che non volevamo passare mesi tra visite, ospedali, prove etc..... ma
di provare la via dell'adozione (inizio anno 1998).
Abbiamo iniziato
tutto l'iter che serve, colloqui con l'ASL, il tribunale etc. e finalmente
arriviamo all'idoneità. Bene, allora, come fare a scegliere un'Associazione?
A sensazione, come del resto viviamo la nostra vita, nel senso che ogni giorno
va vissuto con gioia e senza imposizioni di nessun genere, ma con la
sensazione che stai comunque facendo le cose giuste in cui credi.
Bene, troviamo
l'associazione che pensiamo possa fare al caso nostro, mandiamo i documenti
necessari e aspettiamo.
NATALE
1999: arriviamo a casa dopo aver festeggiato in famiglia il 24 sera e troviamo
sulla segreteria un messaggio. Richiamiamo e ci comunicano che ci hanno affidato
ad una bambina che era nata nel Gennaio 1999.
IL PIU' BEL
NATALE DELLA NOSTRA VITA.
La felicità che si
può provare in questi momenti è una cosa che non si può spiegare..... ma è
tanta.
BENE, dopo 2 viaggi
nel paese, le arrabbiature varie per enti italiani che facevano valere la loro
burocrazia ritardando il momento fatidico, i viaggi in aereo (che per me MAMMA
sono stati un incubo in quanto terrorizzata...) nel settembre 2000 siamo
andati a prendere la nostra BIMBA e l'abbiamo portata a casa con noi.
A parte le
difficoltà iniziali con un esserino che sembra sgonfiato , ora abbiamo una
FIGLIA, e ribadisco FIGLIA che è una gioia solo a guardarla.
Vispa, allegra, con
tanta voglia di dare e di ricevere.
Ho voluto
raccontare a grandi linee la nostra storia per far capire a quei genitori
impauriti, sfiduciati, con mille dubbi, che la via dell'adozione deve
essere affrontata con serenità e convinzione, e di non avere nessun timore a
pensare che non ce la puoi fare, in quanto la paura fa parte di noi, ma che
quando arrivi ad avere TUA FIGLIA tra le braccia che con gli occhi ti fa
capire che è nelle tue mani ti passano tutte le paure del mondo e inizia una
nuova vita che è meravigliosa.
LA MAMMA di
una FAMIGLIA FELICE
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3 Agosto
1996 |
perché
oggi nascerà mia figlia,
lontana
da me ma già in me
e
io per lei .
Insegnale
la strada di casa illuminandola
di
sole,
perché
sia più breve il suo cammino,
più
dolce l'attesa .
Fa
che non abbia paura la notte,
ne'
freddo
o
fame,
che
sia morbido il suo cuscino
e
tènere le mani che la toccheranno
parlandole
delle mie carezze.
Dille
che l'amo
anche
se non conosco ancora il suo nome,
i
suoi occhi
o
il suono della sua voce.
Signore
ti prego,
fa
che un giorno mia figlia possa perdonare
per
il buio, il vuoto
e
l'attesa del mio abbraccio caldo
dove
poter riposare.
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Giorni
passati a pensare,
-
giorni
passati a sperare
-
giorni
passati ….
-
-
Ma,
adesso sei qui:
-
a
dare luce ai nostri occhi,
-
a
dar gioia ai nostri cuori
-
a
dare un senso alla nostra vita.
-
-
Forse
un giorno ti chiederai perché:
-
perché
proprio io,
-
perché
proprio voi,
-
perché
proprio noi...
-
-
Una
sola risposta ti sapremo dare:
-
il
bisogno di amore ci ha fatto incontrare.
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Pensieri,
ricordi e riflessioni di una nonna adottiva |
-
Un
foglio bianco davanti a me, sul quale scrivere
pensieri, riflessioni, ricordi. Enorme il
materiale, difficile la scelta. Sono una nonna
adesso.
-
Alcuni
anni fa due figlie, ad un certo punto, si
sposano.
-
Esperienze
felici, programmi normali: " Aspettiamo un
po', poi avremo, certamente, dei figli! ".
-
Una
delle due infatti, realizza dopo qualche anno il
progetto. Enorme felicità, ma sempre nella
norma.
-
A
distanza di pochi mesi anche l'altra annuncia di
essere in attesa di un bambino. La felicità è
ancora più grande: l'esperienza di diventare
nonna si è rivelata così bella, così nuova, così
diversa e ricca rispetto al ricordo della
propria maternità!
-
Nel
mio cuore c'e' giubilo, un suono di mille
campane a festa.
-
Dopo
qualche giorno, al telefono, la voce della mia
piccola, generalmente così viva e festosa, e'
divenuta spenta, morta: è tutto finito. Il bel
sogno è svanito. " Sarà per un'altra
volta! ", ma non è così. Inizia un lungo
cammino doloroso, costellato di speranze, sempre
deluse. Allora nel mio cuore si fa strada un
tormento che non mi lascia mai. Spio il volto di
mia figlia; valuto le sue reazioni in presenza
di bambini piccoli, intuisco la sua grande
sofferenza. Soffro anch'io...... tanto!
-
Infine
una bella notizia: i miei ragazzi si sono
iscritti ad un corso che prepara all'adozione.
Hanno iniziato a percorrere la via che li condurrà,
dopo circa un anno e mezzo, ad essere convocati
presso il Tribunale dei Minori di Milano.
-
Ecco
di nuovo il sole! La voce di mia figlia, a
distanza di circa due anni e mezzo, risuona
festosa al telefono, colma di vibrante ed
incredula felicità: "Mamma ce la danno,
è una bambina, è bellissima; mangia e dorme!". Quel ballo improvvisato, quelle urla di
gioia, davanti agli occhi attoniti del mio
nipotino di due anni, è indimenticabile. Come
non posso dimenticare la prima volta che ho
visto S.: un esserino bruno, di quasi quattro
mesi, (nelle braccia di mia figlia, finalmente
colme d'amore), dagli occhi dolci,
accattivanti, stupiti; una piccola bocca che si
schiude al sorriso, scoprendo un visetto arguto
e pieno di fossette. Inizia la via dell'amore
verso questa creatura nata da un'altra donna, così
fragile, così sola fino a quel momento!
-
E
senti che non è diverso quello che provi per
lei, da quello che provi per l'altro nipotino;
quello che segretamente temevi, non esiste,
anzi! Nell'amore che provi per S. c'è una
carica in più :un desiderio di darle tanto
amore, tanto, perché ne è stata privata nei
mesi in cui il bambino prende contatto col mondo
e non è un contatto facile!
-
Ti
scopri a pregare per la donna che l'ha
partorita, che non l'ha uccisa all'inizio della
gestazione, che l'ha nutrita col suo sangue, per
donarla alla mia bambina che l'attendeva da
tempo. Vuoi credere che abbia avuto un motivo
gravissimo per decidere di abbandonare una
neonata e che anche questo fosse, essere stato
un sublime atto d'amore per consentirle, forse,
una vita migliore.
-
Intanto
assisti alla crescita di S.; scopri la sua
intelligenza, le sue inclinazioni, il suo
carattere, con un'attenzione maggiore del
normale. Non puoi dire: " E' proprio uguale
alla mamma ", oppure " Ha gli occhi
del papà e la sua passione per la musica
"; ma non vuol dire niente!
-
Ormai
è in noi e l'amore è la vera catena genetica.
-
Certe
volte dimentico che non e' stata partorita da
mia figlia, tanto somiglia nella gestualità,
nei gusti, nel carattere all'uno o all'altro dei
genitori adottivi.
-
Sono
passati cinque anni e mezzo.
-
A
settembre S. andrà a scuola. Vedo mia figlia e
mio genero felici; hanno formato con S. una
bella famiglia. Li vedo uniti nello sforzo
consapevole di educare la bambina nel migliore
dei modi.
-
Secondo
me la via dell'adozione è una via felice da
percorrere: alla base però ci dovrebbe sempre
essere un amore saldo tra i due coniugi e una
grande serietà nell'affrontare una scelta che
è sempre impegnativa. C'e' da augurarsi inoltre
che i familiari possano affiancare i genitori in
modo da avvolgere in una atmosfera di aiuto e di
amore una creatura che ne ha particolarmente
bisogno.
-
Io
vorrei vivere a lungo per continuare la strada
con S., per gioire delle sue gioie, per vederla
diventare grande, per proteggerla ed aiutarla ad
affrontare sofferenze e delusioni che purtroppo
si presenteranno, inevitabilmente.
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|
Le
verità nascoste
|
Sono
le otto del mattino, un mattino grigio di Milano, tra
quatto ore un giudice ci dirà se saremo dei genitori
e noi dovremo scegliere fra il nostro egoismo e l’essere
i giusti genitori.
Quello
che sto scrivendo è molto triste e molto duro,
soprattutto molto duro, perché è un momento che non
si vorrebbe mai vivere, ma forse è meglio partire
dall’inizio.
Nel
2000 abbiamo presentato la domanda di adozione
nazionale ed internazionale in tribunale, allora non
conoscevamo molti genitori adottivi e molti bambini
adottati per poterci confrontare e così ci siamo
rivolti all’unica mamma adottiva che tramite amici
eravamo riusciti a contattare. Non voglio esprimere
nessun giudizio su questa persona, purtroppo però tra
il nostro desiderio di un figlio e la superficialità
nostra e sua, i consigli non sono stati dei migliori.
Così quando sulla domanda per la nazionale ci è
stato chiesto che preclusione potessimo avere per il
colore della pelle o le altre etnie abbiamo scritto:
Nessuna! Il suo suggerimento era stato questo,
perché così l’assistente sociale e la
psicologa non ci avrebbero tormentato molto sull’argomento
e più facilmente avremmo potuto avere l’idoneità
per l’adozione internazionale.
E’
stato un grosso errore!
Purtroppo non sono mai trapelate nei colloqui
conoscitivi le perplessità di mio marito e un pochino
anche le mie.
Non
credendo che saremmo stati chiamati per la nazionale,
abbiamo sempre pensato in cuor nostro che il problema
si sarebbe risolto scegliendo un’associazione che
seguisse esclusivamente paesi dell’est europeo.
Invece
non è andata così!
Nell’anno
e mezzo che è trascorso dalla presentazione della
domanda abbiamo cercato di lavorare molto su noi
stessi, abbiamo conosciuto altri genitori adottivi,
questa volta con più fortuna, abbiamo lavorato con la
psicologa e l’assistente sociale, fatto due corsi
presso due associazioni e letto tanti libri, ma forse
su questo argomento non abbiamo fatto quello che era
veramente importante: ascoltare il nostro cuore.
Ormai,
con il decreto d’idoneità in mano, avevamo scelto
la nostra associazione e pensavamo che tra un anno e
mezzo o due saremmo diventati genitori di un bimbo
somaticamente vicino a noi.
Invece.......
una settimana fa siamo stati contattati dal Tribunale
dei Minori della nostra città, non riuscivamo a
crederci, ma siamo rimasti abbastanza tranquilli anche
se il nostro problema irrisolto a questo punto è
venuto a galla con tutta la sua forza e la sua
prepotenza. Cosa fare? andare dal giudice e dire: ci
spiace abbiamo sbagliato. Ma come si fa? Il giudice in
fondo è un uomo (o una donna) come noi con le sue
convinzioni e i suoi pregiudizi e avremmo corso il
rischio che non apprezzasse la nostra sincerità,
così è cominciata una partita a poker. Abbiamo
deciso di continuare a dire che per noi andava tutto
bene, anche perché forse non avremmo nemmeno
superato il primo colloquio e poi c’era sempre la
speranza che il bimbo fosse simile a noi (mentre lo
scrivo mi rendo conto di quanto è orribile).
Lo
stesso giorno all’ora di pranzo siamo stati chiamati
per la visita domiciliare ed è iniziato il panico e
il tormento.
Io
ho riflettuto molto ed ho capito finalmente il vero
senso del titolo della nuova legge sull’adozione “i
genitori migliori per un bambino”. Ho capito
che anche se con un dolore che trita l’anima e
spezza il cuore avremmo dovuto mettere da parte il
nostro desiderio di essere genitori se non ci fossimo
identificati in questo bambino, se avessimo
riconosciuto la nostra incapacità ad amarlo
completamente e per sempre.
Abbiamo
parlato, mio marito ed io, tanto, tantissimo, abbiamo
provato a darci giustificazioni del tipo: la società
non è ancora pronta, se ci succedesse qualcosa
sarebbe da solo e via dicendo, ma ieri sera alle nove
ci siamo messi davanti alla verità: la verità è che
se un figlio è amato completamente non sarà mai solo
di fronte a nessuna società perché avrà la forza
che gli si è saputo trasmettere, ma se non è amato
allora sarà solo due volte e questo non lo
vorremmo mai.
Così
insieme abbiamo deciso che se oggi avremmo capito di
non essere capaci avremmo anche trovato la forza di
dire no! Siamo certi e ci auguriamo che ci
sarà un’altra coppia più pronta di noi e
sicuramente con un cuore più grande per questo
bambino, che comunque non ci lascerà mai e farà
parte dei nostri pensieri sempre, ma amare, amare
davvero qualcuno significa anche rinunciare per il suo
bene, perché sia felice, e con un figlio non si può
dire " bè non si sa mai, possiamo provare,
magari va bene, c’è chi lo fa con i figli
biologici, perché capitano, perché potrebbero
salvare un matrimonio, ecc. ed è un errore madornale,
figuriamoci un figlio adottivo, che ha già tanta
sofferenza in se " . No, non sarebbe
giusto.
Il
giudice ha provato a provocarci ponendo a mio marito
questa domanda: se suo figlio a quindici anni le
dice “papà voglio la moto” lei risponde “no”
e lui “allora vado dal mio vero padre” cosa farà,
come si comporterà ?
E’
una bella provocazione che può far soffrire, che fa
riflettere e con la quale bisogna riflettere con il
proprio figlio, ma ce ne è una ancora più grave che
ci siamo posti da soli.
“Perché
mi avete adottato se non eravate capaci di amarmi?”
Quello
che succederà oggi alle dodici in un modo o nell’altro
cambierà la nostra vita, ed io prego Dio che ci
dia la forza e ci illumini per trovare il cammino più
giusto, e che in ogni caso ci sostenga nella felicità
o nel dolore che oggi e per i giorni a venire
proveremo.
Ho
voluto raccontare quanto ci è successo, perché
il nostro percorso ci ha fatto capire che la
preparazione che facciamo, anche la migliore, fatta
con il maggior impegno possibile, è sempre e solo
teoria. Noi abbiamo immaginato il nostro bambino, l’abbiamo
desiderato, ma non è mai stato reale come in questi
tre giorni e solo quando comincia ad essere reale,
almeno per noi, che il cuore si apre davvero e che si
conoscono i propri limiti.
Spero
che la nostra esperienza possa servire a chi fa il
nostro stesso cammino e l’unico consiglio che posso
dare è : non nascondete mai la verità a voi stessi,
al vostro compagno, siate onesti per voi ma sopratutto
per il figlio che desiderate e non pensiate mai
di essere giudicati per un vostro qualsiasi limite,
che sia il colore, la salute o quant’altro, perché
crescere in tre soli giorni come è successo a noi è
un dolore molto forte, un nuovo lutto, che avremmo
potuto evitare, perché la verità non può essere
nascosta per sempre.
Una
coppia di Genitori |
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