Il
nuovo sistema delle adozioni si avvicina al secondo compleanno. E fa i
conti con le questioni ancora aperte sulla strada dell'attuazione di un
disegno innovatore ambizioso nato dalla stratificazione di due
interventi. Le
regole che disciplinano le adozioni sono il frutto, infatti, di due
leggi: la 476/1998, diventata operativa a fine 2000, ha riformato l'iter
per l'internazionale, prevedendo che le procedure vengano svolte
attraverso enti autorizzati, mentre la 149/2001 ha rivisto in profondità
le regole per la nazionale.
L'adozione
nazionale. La legge 149/2001 è nata alla vigilia delle ultime elezioni
politiche con un'accelerazione di un dibattito che si era svolto per
tutta la legislatura. Con un aumento della differenza di età fra
adottante e adottato, una prima apertura alla " convivenza " e
l'obiettivo finale del superamento della permanenza negli istituti.
Sulla strada dell'attuazione la legge deve fare i conti con ostacoli e
difficoltà sopravvenute.
La
banca dati. Manca la banca dati nazionale destinata a raccogliere le
indicazioni sui minori dichiarati adottabili e sui coniugi disponibili
all'adozione. La banca dati doveva essere attuata entro 180 giorni
dall'entrata in vigore della riforma.
La
chiusura degli istituti. Il superamento del ricovero in istituto ha come
orizzonte il 31 dicembre 2006. La linea indicata dal legislatore è
quella di fare leva su aiuto alle famiglie, affidamento e permanenza in
comunità di tipo familiare. Ma in Parlamento già circola una proposta
di proroga. E le stime sul numero dei minori ricoverati in strutture
assistenziali ( di vario genere ) vanno da 15mila ai 28mila.
L'affidamento
familiare. Dovrebbe essere lo strumento per aiutare il minore senza
recidere il legame con la famiglia. Di fatto l'affidamento non decolla
se è vero che l'incremento dell'utilizzo è stato dell'1,5% dal 1986 al
1999. Anche, punta il dita l'Anfaa ( associazione nazionale famiglie
adottive e affidatarie ) , per la latitanza di Regioni ed enti locali.
Il
problema fondi. La legge affida compiti di sostegno alle famiglie di
origine e Stato, Regioni ed enti locali " nei limiti delle risorse
finanziarie disponibili ". Tutto dipende, dunque, dalla
combinazione fra volontà politica e fondi utilizzabili.
La
procedura. Restano ancora sospese le disposizioni sull'iter per la
dichiarazione dello stato di adottabilità previste dalla legge
149/2001.
Il
"nodo" età. La legge ha innalzato il differenziale di età
fra adottante e adottato. Con la conseguenza che, talvolta, aspiranti
genitori già nonni si sono dichiarati disponibili all'adozione.
L'adozione
internazionale. A partire da fine 2000 è stato rinnovato l'elenco degli
enti autorizzati, sono state impartite direttive per integrare le regole
procedurali, è stato affrontato il nodo dei costi e si è registrata
una crescita dell'età dei bambini adottati. Ma resta qualche difficoltà.
La
situazione degli enti. La nuova direttiva della Commissione per le
adozioni internazionali rileva come i numero degli enti autorizzati è
cresciuto, talvolta troppo in relazione ai Paesi nei quali questi
soggetti vogliono operare. E le istanze non diminuiscono. Alcuni enti,
poi, chiedono l'estensione per Paesi abbondantemente coperti. E talvolta
sono le stesse autorità straniere a chiedere di limitare il numero
degli enti.
Il
supporto alle nuove famiglie. Non sempre gli enti riescono a svolgere
nel modo migliore l'attività preparatoria all'adozione. Inoltre, dopo
il ritorno in Italia, il sostegno dei servizi resta facoltativo. Con il
rischio che le famiglie preferiscano affrontare da sole anche difficoltà
rilevanti.