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ADOZIONI INTERNAZIONALI, Marzo 2005, il nuovo disegno di Legge

ADOZIONI INTERNAZIONALI, 60 GIORNI PER IL SI’ AI GENITORI

Estratto dal Corriere della Sera del 9 Marzo 2005

Il ministro Prestigiacomo: eliminati passaggi inutili e vessatori per le famiglie. Critiche dagli psicologi e dagli assistenti sociali. Tempi più veloci, via libera del governo al testoni riforma. La valutazione di idoneità affidata al giudice.

Roma - Troppo tempo per adottare un bambino straniero. Ma soprattutto inutili doppi passaggi, lunghi e superflui corsi di formazione, indagini invasive e in qualche caso vessatorie. Tutto questo per ottenere il decreto di idoneità all’adozione. Alla fine per una coppia l’attesa non è mai inferiore ai due anni. Ora tutto potrà cambiare, con il disegno di legge proposto dal Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo e approvato ieri dal governo.

Spiega il ministro Prestigiacomo: “L’obiettivo è quello di rendere più semplice l’incontro tra il minore straniero e la coppia italiana che vuole adottarlo. Non di diminuire le garanzie. La legge attuale recepisce in maniera troppo rigorosa la convenzione dell’Aia e sottopone i candidati genitori adottivi ad attese estenuanti. Con doppi controlli e indagini a volte estremamente vessatorie”. Il disegno di legge elimina le procedure che spettano ai servizi sociali e affida la valutazione della coppia direttamente al giudice minorile che deve esprimersi in 60 giorni, al posto dei sei mesi attuali. Impone poi alla coppia di scegliere l’ente a cui affidare la pratica entro quattro mesi dal pronunciamento del giudice e non entro un anno, com’è adesso. Istituisce anche, grossa novità, l’affidamento internazionale, la possibilità cioè di ospitare minori stranieri in difficoltà per due anni, rinnovabili di altri due per motivi di studio. Niente più giudizi dei servizi sociali e dei loro psicologi, dunque, nessun “esame” da superare. “Una coppia è idonea ad adottare fino a prova contraria – dice il ministro -. E poi adesso l’idoneità  arriva comunque per il 97 per cento delle coppie e quel 3 per cento escluso  ricorre in appello e la ottiene”. Ma gli assistenti sociali insorgono, il provvedimento, per la presidente dell’Ordine Paola Rossi, “ha un atteggiamento liberista. E’ lo stato , invece che dev’essere il garante dei bambini e delle famiglie“. Critici anche l’Associazione italiana magistrati per i minorenni e la famiglia, per la quale si “corre il rischio di adozioni meno garantite e meno trasparenti”, le associazioni come  “Genitori si diventa”, il cui presidente Antonio Fatigati parla di “legge che vuole dare un bambino a una famiglia e non una famiglia a un bambino”, e l’Ordine nazionale degli psicologi, il cui presidente Pierluigi Palma insiste sulla necessità di “accertare la capacità genitoriale di una coppia”. A difendere l’iniziativa del ministro, gli enti riconosciuti per l’adozione internazionale. Il presidente dell’Aibi, Marco Griffini applaude: “Dobbiamo prendere atto che il sistema non è stato capace di garantire il rispetto della legge che prevede massimo sei mesi per fornire l’idoneità”.

 

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             Aggiornato il 13-08-2015