Roma -
Troppo tempo per adottare un bambino straniero. Ma soprattutto inutili doppi
passaggi, lunghi e superflui corsi di formazione, indagini invasive e in
qualche caso vessatorie. Tutto questo per ottenere il decreto di idoneità
all’adozione. Alla fine per una coppia l’attesa non è mai inferiore ai due
anni. Ora tutto potrà cambiare, con il disegno di legge proposto dal
Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo e approvato ieri dal
governo.
Spiega
il ministro Prestigiacomo: “L’obiettivo è quello di rendere più semplice
l’incontro tra il minore straniero e la coppia italiana che vuole adottarlo.
Non di diminuire le garanzie. La legge attuale recepisce in maniera troppo
rigorosa la convenzione dell’Aia e sottopone i candidati genitori adottivi
ad attese estenuanti. Con doppi controlli e indagini a volte estremamente
vessatorie”. Il disegno di legge elimina le procedure che spettano ai
servizi sociali e affida la valutazione della coppia direttamente al giudice
minorile che deve esprimersi in 60 giorni, al posto dei sei mesi attuali.
Impone poi alla coppia di scegliere l’ente a cui affidare la pratica entro
quattro mesi dal pronunciamento del giudice e non entro un anno, com’è
adesso. Istituisce anche, grossa novità, l’affidamento internazionale, la
possibilità cioè di ospitare minori stranieri in difficoltà per due anni,
rinnovabili di altri due per motivi di studio. Niente più giudizi dei
servizi sociali e dei loro psicologi, dunque, nessun “esame” da superare.
“Una coppia è idonea ad adottare fino a prova contraria – dice il ministro
-. E poi adesso l’idoneità arriva comunque per il 97 per cento delle coppie
e quel 3 per cento escluso ricorre in appello e la ottiene”. Ma gli
assistenti sociali insorgono, il provvedimento, per la presidente
dell’Ordine Paola Rossi, “ha un atteggiamento liberista. E’ lo stato ,
invece che dev’essere il garante dei bambini e delle famiglie“. Critici
anche l’Associazione italiana magistrati per i minorenni e la famiglia, per
la quale si “corre il rischio di adozioni meno garantite e meno
trasparenti”, le associazioni come “Genitori si diventa”, il cui presidente
Antonio Fatigati parla di “legge che vuole dare un bambino a una famiglia e
non una famiglia a un bambino”, e l’Ordine nazionale degli psicologi, il cui
presidente Pierluigi Palma insiste sulla necessità di “accertare la capacità
genitoriale di una coppia”. A difendere l’iniziativa del ministro, gli enti
riconosciuti per l’adozione internazionale. Il presidente dell’Aibi, Marco
Griffini applaude: “Dobbiamo prendere atto che il sistema non è stato capace
di garantire il rispetto della legge che prevede massimo sei mesi per
fornire l’idoneità”.