Ancora
troppo costoso adottare un bimbo straniero. Una giungla di prezzi
che oscillano tra 5-8 mila euro , limite ragionevole, con punte
esose fino a 25 mila euro. L’unico arbitro non può essere il
mercato, così è scattata un’iniziativa calmieratrice. Proprio ieri gli enti autorizzati
dal governo a gestire le pratiche per conto delle famiglie hanno
ricevuto l’indicazione di tagliare le tariffe.
Una tabella
propone il tetto massimo di spesa. Le cifre variano a seconda dei
Paesi di provenienza dei piccoli. Qualche esempio: non più di
6.300 euro per un
ucraino, 4.700 per un albanese, circa 9.000 per un ungherese o un
polacco, 4.200 per un haitiano, 5.600 altrettanti per un
marocchino. Per abbracciare un orfano della Moldavia, la terra più
povera d’Europa, bisognerebbe sborsare 7.600 euro. E così via.
Malgrado il taglio, molti prezzi ribassati appaiono eccessivi.
Specie nell’est europeo dove operano avvocati non proprio seri
che richiedono onorari esagerati.
Melita
Cavallo, presidente della Commissione adozioni internazionali, non
ammette scuse: “Abbiamo svolto un’indagine molto accurata
presso le nostre ambasciate all’estero e le sedi diplomatiche
straniere in Italia per conoscere le parcelle per traduzioni,
avvocati, interpreti, accompagnatori. Intervistate coppie che
avevano ricevuto l’autorizzazione a realizzare l’adozione per
conto proprio. Ne risulta che gli enti chiedono cifre
inaccettabili specie per le spese generali, come affitto,
segreteria, utenze, personale. Si va da un minimo di 155 euro a un
massimo di 3.600. Credo che ci siano diversi spazi per ridurre.”
La
relazione che introduce le tabelle descrive una situazione di
sofferenza per gli aspiranti genitori. "I prezzi sono spesso
eccessivi e l’effetto è quello di discriminare le coppie meno
abbienti che invece dal punto di vista affettivo sono molto valide
e accettano più facilmente i bambini grandicelli o con problemi
di salute. Nel 2001 sono state dichiarate idonee dal tribunale per
i minorenni ben 7.041 coppie ma solo 1.470 sono riuscite a
coronare il loro sogno ed è legittimo ritenere che il motivo
economico sia stato uno degli ostacoli. E’ giunta notizia di
genitori che hanno contratto mutui , venduto oggetti preziosi,
chiesto prestiti a parenti , ottenuto dalle banche mutui agevolati".
E
pensare che uno dei motivi per cui , dal novembre del 2000 , fu
stabilito che le adozioni fossero realizzate solo attraverso gli
enti iscritti ad un albo (la fine del fai da te) è stato quello
di evitare il caro adozioni.
Secondo
la relazione “le modalità operative eseguite dagli enti
non sono sempre rispettose del principio dell’economicità e
sobrietà che si addicono ad organizzazioni non lucrative. Possono
essere individuate aree di risparmio”.
Indice
puntato sulle parcelle dei referenti all’estero (avvocati,
intermediari) che sempre più spesso pretendono 4000 euro per le
loro prestazioni anche se i livelli di reddito dei Paesi sono
bassi. La Cavallo raccomanda agli enti di non cedere al ricatto,
di "mantenere una deontologia professionale" e di non
tollerare il malcostume. Da
novembre 2000 allo scorso marzo sono entrati in Italia 2.595
stranieri. Nella classifica dei Paesi di origine, al primo posto
svetta l ‘ Ucraina con 636 bimbi presi dagli istituti, il 24%
del totale. Seguono Colombia, Bulgaria, Russia, Romania e India,
quindi Brasile, Bielorussia. La parte del leone è interpretata
dall’est europeo. A giugno sono state però bloccate le pratiche
con l’Ucraina. Mancavano garanzie di trasparenza circa il
meccanismo di assegnazione degli inconsapevoli ospiti degli
orfanotrofi. Odioso mercanteggiare. Il decreto di sospensione
dipinge una triste realtà: "le coppie sono chiamate a
scegliere il bambino su cataloghi con foto sfocate e di vecchia
data".