Quando è apparso sul nostro sito il tema di questo primo
incontro del 2006, ho ricevuto una telefonata un pò particolare che
diceva: “…certo che siete proprio tosti, prima parlate della ricerca
delle origini, poi del colore della pelle, e questa volta addirittura
dell’handicap!”
Mi sono fermata un momento a pensare, la prima riflessione è stata:
" è giusto così, la nostra missione è quella di spronare le famiglie
adottive a non trascurare i molteplici aspetti dell’adozione ma….certo,
l’adozione di un bimbo con handicap… se capitasse proprio a me, mi
sentirei pronta ? "
Anche la mamma che ci è venuta a trovare l’altra sera (il papà è rimasto
a casa con i bimbi), prima di adottare il suo bambino ci ha raccontato
di non aver mai pensato veramente in profondità a questo aspetto. E’
una storia davvero particolare la loro, decidono di adottare dopo
aver avuto il primo figlio naturale, che aveva appena compiuto un anno.
Dopo aver ottenuto l’idoneità danno mandato al CIAI, il bambino avrebbe
dovuto essere più piccolo rispetto al primo e i tempi d’attesa si
prospettavano lunghi. Dopo circa un anno e mezzo arriva una telefonata
dall’Ente, dato che l’attesa si prospettava lunga, pensano si tratti
semplicemente di un incontro informativo. Arrivati all’appuntamento si
trovano davanti ad un’equipe di 5 persone…, le sensazioni si accavallano
nel cuore e nella mente, ma fino alla proposta sono ancora increduli.
Lo staff del CIAI ha in serbo per loro un bambino: ha solo 5 mesi,
ma è nato senza un braccio. Danno loro la possibilità di pensarci, per
qualche giorno.
Un passaggio interessante di questa testimonianza riguarda proprio il
lavoro fatto dalla coppia per giungere ad una decisione, le riflessioni
sono tante e diverse. Ad esempio: " E se fosse stato un figlio biologico
e l’avessimo scoperto con l’ecografia, cosa avremmo fatto? " - " Cosa si
può fare con un braccio solo, che vita sarà? " - " Qui non si tratta
di fare un semplice gesto di carità o solidarietà, sarà un scelta
difficile, se sarà un sì lo sarà per tutta la vita, non è come
affrontare un ostacolo per poi non pensarci più "
La decisione arriva, sarà un SI, un si al bambino ma anche
all’adozione che li aveva visti uniti e entusiasti sin dal primo giorno,
un si forse anche un pò incosciente, che però tiene bene in evidenza il
fatto che l’adottare un bimbo piccolo presuppone anche il “rischio
sanitario ed evolutivo”.
Ed ecco finalmente arrivare il giorno tanto atteso della partenza, si
va in Colombia; i giorni là trascorrono decisamente bene ma al
ritorno, accanto alla gioia, una lunga e faticosa strada per la
ridefinizione degli equilibri all'interno della famiglia li aspetta. In
primo luogo aiutare il loro primo figlio ad accettare e accogliere un
fratello, ciò che avviene normalmente anche con i figli biologici; in
secondo luogo il grande impegno per aiutare il piccolo ad accettare la
necessità di una protesi.
La frequentazione dei centri specializzati fa provare a questi genitori
un successivo grande dolore: il vedere tante persone senza arti che
lottano per il loro presente e futuro.
La fatica della ‘diversità’ comincia a farsi sentire, ancor di più dopo
avere compreso che il bambino crescendo inizia ad evidenziare anche un
piccolo ritardo, forse dovuto ai mesi passati in istituto senza alcuno
stimolo o ad altre cause sconosciute.
Ma tutto questo impegno non ha certo fermato questi due genitori
che hanno desiderato un terzo figlio: è nata una bambina, ora ha due
anni ed è diventata la sua compagna di giochi preferita.
Il loro lavoro è costante e grande, il bambino deve regolarmente
sottoporsi a sedute di logopedia, psicomotricità e a controlli medici
periodici; la mamma, che appare così tranquilla e serena, ci confida di
provare ogni tanto dei momenti di grande sconforto, che passano però
velocemente pensando al grande amore per i suoi tre tesori . Gli impegni
quotidiani diventano abitudinari e riempiono la giornata.
La mamma ci dice che è il destino ad averli fatti incontrare. Ed
è qui che, con grande orgoglio, ci mostra le foto della sua bellissima
famiglia: vediamo tanta serenità sui volti di tutti, ma siamo
ammagliati da un bellissimo sorriso, quello di questo bimbo un pò
impegnativo ma allo stesso tempo meraviglioso... |