La relazione dell'Incontro del 30 Maggio 2006
"Il rapporto genitori-figli nell'adolescenza: alla ricerca delle reciproche identità"
Ogni volta che ci incontriamo ed affrontiamo un argomento ne usciamo arricchiti nell’animo e nello spirito. In questa occasione oltre alla sensazione di aver ascoltato un professionista veramente speciale, mi sono vista proiettata nel futuro con i miei figli in età adolescenziale. Ho avuto un piccolo brivido, poi mi sono detta perché "fasciarsi la testa prima del tempo" ? La risposta è arrivata immediatamente, l’adolescenza è davvero un momento particolare per un ragazzo e per un ragazzo adottivo ancora di più. E’ uno di quei momenti dove la loro condizione di figli adottivi ci verrà rinfacciata più spesso, dove ci sentiremo i genitori scomodi, dove i genitori biologici saranno magari tirati in ballo per un desiderio di ricerca delle origini, desiderio al quale difficilmente i nostri figli saranno sottratti.
Questo e altro abbiamo affrontato con il Dr. Vadilonga, non mi sento di riportare quanto detto anche perché difficilmente potrei fedelmente trasmettervi  in poche righe  il  suo pensiero. Provo a farvi partecipi dei consigli che mi sono tenuta nel cuore, anche se so che quando avrò a che fare con i miei figli in ‘crisi adolescenziale’ andrò nel panico:
1) non smettere di comunicare con loro, i nostri bambini sono diventati grandi e forse non hanno voglia di parlare con mamma e papà, accettiamo questa nuova situazione e cerchiamo di carpire i loro disagi dalle persone con le quali ancora si confidano ad esempio il prete dell’oratorio, l’allenatore, un parente con il quale sono molto legati.

2) i nostri figli diventano diversi, noi facciamo fatica ad accettare questo cambiamento, cerchiamo di  non fargli mai mancare la nostra  stima.

3) dobbiamo sapere che l’innamoramento per loro è un momento importante, potrebbero aver paura di essere rifiutati nuovamente.

4) diamo loro un piccolo margine di trasgressione.

5) se non raccontano della loro vita, dobbiamo almeno riuscire a farci dire se hanno bisogno di aiuto.

6) sforziamoci di non avere delle attese troppo forti, nostro figlio potrebbe rimanere deluso e soffrire.

7) è arrivato il momento di aiutarli maggiormente nell’elaborazione della perdita correlata all’andamento dell’adozione. Esplorare i loro pensieri e sentimenti riguardo la famiglia d’origine e il patrimonio di nascita, favorire una visione realistica della famiglia d’origine.

8) se li vediamo in difficoltà non esitiamo a chiedere aiuto ad uno specialista che vedrà il loro disagio in modo più obiettivo e mirato.

Ho scritto solo alcuni pensieri di quanto interiorizzato durante quella serata, ma credo che il segreto sarà adattarci il più possibile al loro cambiamento, non sarà facile vedere i nostri bambini diventare ragazzi e poi uomini con i loro difetti e le loro qualità, proviamoci ! ( lo dico soprattutto per me) del resto abbiamo accettato una grande sfida: diventare genitori.

 
Grazie al Dott. Vadilonga e al Centro C.T.A.per la preziosa collaborazione!

 

Emilia