Abbiamo pensato di ritrovarci a parlare di questo
tema prendendo
spunto dai dubbi riportati da alcune coppie sul come maturare la
decisione di adottare senza riserve anche bambini colorati. Anche sul nostro
forum, spesso e volentieri, ci troviamo ad affrontare lo stesso argomento o per episodi
capitati ad alcune coppie con figli o per dubbi che assalgono la coppia, anche
già convinta, prima di partire per andare ad incontrare il proprio bambino. Il
29 Novembre eravate proprio in tanti, forse più di cento, non credo siate venuti
per avere delle risposte su cosa fare o sul come comportarsi in alcune
situazioni, non esiste una ricetta, è stata un’occasione per confrontarci e darci
una mano ascoltando le esperienze di genitori che hanno vissuto certe situazioni
prima di noi.
Ci sono venute a trovare tre coppie con altrettante storie
differenti, la prima coppia Anna e Marco ha scelto di adottare un bambino
del Burundi avendo passato qualche mese in quel paese dopo il matrimonio, Anna è
medico e Marco è geometra. Il racconto della loro adozione, a parte la fase di
ottenimento dell’idoneità, potremmo definirla una piccola avventura. Era
periodo di guerra in Burundi, il bambino è orfano di madre e
padre, la mamma viene uccisa mentre in un bosco sta cercando di scappare ed ha
il figlio sulle spalle. Ora il loro bambino è diventato un adolescente con tutte
le caratteristiche dei ragazzi di quell'età, quali sono le difficoltà che hanno
incontrato durante il loro percorso? Il colore della pelle per loro non è mai
stato un problema, anche se durante i colloqui, i giudici hanno rimarcato, che
avrebbero sentito come un peso il fatto che il loro figlio fosse di colore, sia
nella famiglia allargata, che nella scuola e in seguito nella società.
Nonostante le provocazioni Anna e Marco hanno continuato per la loro strada,
trasmettendoci il messaggio che siamo noi a far sentire i nostri figli diversi,
e non gli altri, se diamo loro sicurezza impareranno a difendersi da battute e
commenti maligni con grande prontezza. Del resto per quanto riguarda la loro
esperienza personale anche da parte degli insegnanti c’è sempre stata grande
sensibilità e si contano sulla punta delle dita le difficoltà incontrate per
questa motivazione dal loro figlio, anche perché riesce ad ignorare con grande
spirito commenti del tipo “ Che schifo sei nato nel fango per essere così
marrone ?”, superando brillantemente la sua diversità.
Consuelo e
Gianpietro hanno deciso di adottare in Africa per un amore particolare
che provano nei confronti di quel continente. Non hanno mai pensato al
problema del colore della pelle, "E’ il mio bambino", dice Consuelo, "e a
volte non mi rendo conto che abbia un colore diverso dal mio". Sembra una frase
semplice, ma per quanto mi riguarda, credo sia l’atteggiamento più giusto e
naturale nei confronti dei nostri figli, tanto è vero che quando ha iniziato la
scuola elementare colorava il suo viso di rosa, mentre i compagni lo coloravano
di marrone, ed è così che con stupore ha chiesto ai suoi genitori il perché. Con
molta semplicità e amore Consuelo e Gianpietro gli hanno spiegato che non c’era
niente di male nel disegnarsi marrone: "... vedi noi facciamo tanta fatica per
abbronzarci e tu hai già questo bellissimo colore!". Frasi di questo tipo lo
hanno portato a sentirsi più sicuro si sé e poi a modificare il suo modo di colorarsi.
Monica e Tiziano hanno incontrato il loro figlio a Marzo 2005. E’ arrivato
che aveva dodici mesi quindi è ancora molto piccolo e la loro esperienza sul
colore è più rivolta alla curiosità nei loro confronti che nei riguardi del
figlio. Non sono partiti con l’idea di andare in Africa, è stata una scelta
maturata dando il mandato al CIAI, che generalmente chiede la disponibilità
delle coppie su tutti i paesi dove operano. Per Monica e Tiziano non esistevano
problemi di sorta e quando sono stati abbinati all’Etiopia, ne sono stati
felici. Da quel momento hanno iniziato a cercare notizie sul paese del loro
futuro bambino. Il loro cammino è ancora lungo ma la loro voglia di crescere
rimane. Hanno, infatti, partecipato ad un seminario del CIAI che affrontava
proprio il discorso del colore della pelle. Con grande disponibilità ci hanno
preparato un documento nel quale
viene riassunto quanto esposto dallo
psicologo del CIAI, dalle coppie che hanno dato la loro testimonianza e dai figli
adottivi già grandi, magari anche sposati e con figli a loro volta.
Lo
condividiamo con voi pensando che ogni spunto di riflessione sia utile per
vivere con i nostri figli anche i momenti difficili, nella maniera più serena
possibile, con la certezza che ascoltare gli altri e confrontarsi sia ancora la
maniera migliore per superare ogni ostacolo.