Serata
ricca di spunti e di riflessioni importanti attorno al tema
dell’adozione nazionale. Con molta chiarezza la dottoressa Lina
Giallongo ha presentato il “panorama” nel quale opera nel Comune
di Milano in qualità di assistente sociale. Le adozioni nazionali
interessano sempre più bambini che hanno in realtà origini
straniere, quali albanesi, rumeni, rom, ecc. specchio di una società
sempre più soggetta a migrazioni di persone che arrivano da
situazioni politico-sociali molto difficili.
I genitori di questi minori non sempre sono in grado di svolgere le
loro funzioni “genitoriali” e il minore si trova a vivere in
condizione di grave disagio: abbandono psicologico, maltrattamento,
sfruttamento della prostituzione, accattonaggio, sono alcuni delle
situazioni nelle quali si possono venire a trovare.
I bambini dichiarati adottabili provengono anche da contesti
che vedono i genitori tossico dipendenti, madri che in queste
condizioni spesso non si rendono neppure conto di aspettare un
bambino. L’assunzione di stupefacenti durante la gravidanza fa sì
che anche il bambino sia di fatto “drogato” e alla nascita dovrà
affrontare l’inevitabile crisi di astinenza.
Alle spalle di un bambino in attesa di adozione nazionale ci può
anche essere uno o entrambi i genitori con problemi di alcolismo,
da situazioni familiari in cui si verificano abusi sessuali sui
minori stessi da parte di membri della famiglia o da estranei con il
consenso dei genitori.
L’intervento del Tribunale dei Minori, attraverso il lavoro
dei servizi territoriali, è volto alla tutela del minore con una
serie di provvedimenti che prevedono l’allontanamento del bambino
dalla famiglia e il suo inserimento in una comunità che possa
garantire un ambiente accogliente e un aiuto da parte di operatori
qualificati. Dove è possibile, inoltre, si cerca di recuperare il
contesto familiare affinché si possano risolvere quei fattori di
rischio che hanno motivato l’allontanamento del bambino.
E’ chiaro che a fronte di questi traumi psichici e fisici, il
bambino può manifestare dei ritardi di apprendimento e di sviluppo,
di difficoltà di concentrazione, può assumere atteggiamenti
aggressivi o chiudersi in se stesso. I genitori adottivi devono
quindi essere consapevoli delle realtà da cui arrivano questi
bambini ed essere pronti ad affrontare un lungo percorso di
recupero. A volte, purtroppo, la dottoressa Giallongo riscontra una
mancanza di preparazione degli aspiranti genitori adottivi,
una scarsa consapevolezza di quale sia il bagaglio che questi
bambini portano con sé. Il consiglio che ha rivolto a tutti noi
presenti è stato quello di partecipare a incontri formativi, di
leggere libri sull’argomento, insomma documentarsi il più possibile
per “crescere” in questa questa scelta e arrivare quanto più
“preparati” ad accogliere i nostri figli.
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