Home Page  La relazione dell' incontro del 25 Ottobre 2005

Serata ricca di spunti e di riflessioni importanti attorno al tema dell’adozione nazionale. Con molta chiarezza la dottoressa Lina Giallongo ha presentato il “panorama” nel quale opera nel Comune di Milano in qualità di assistente sociale. Le adozioni nazionali interessano sempre più bambini che hanno in realtà origini straniere, quali albanesi, rumeni, rom, ecc. specchio di una società sempre più soggetta a migrazioni di persone che arrivano da situazioni politico-sociali molto difficili.

I genitori di questi minori non sempre sono in grado di svolgere le loro funzioni “genitoriali” e il minore si trova a vivere in condizione di grave disagio: abbandono psicologico, maltrattamento, sfruttamento della prostituzione, accattonaggio, sono alcuni delle situazioni nelle quali si possono venire a trovare.

I bambini dichiarati adottabili provengono anche da contesti che vedono i genitori tossico dipendenti, madri che in queste condizioni spesso non si rendono neppure conto di aspettare un bambino. L’assunzione di stupefacenti durante la gravidanza fa sì che anche il bambino sia di fatto “drogato” e alla nascita dovrà affrontare l’inevitabile crisi di astinenza.

Alle spalle di un bambino in attesa di adozione nazionale ci può anche essere uno o entrambi i genitori con problemi di alcolismo, da situazioni familiari in cui si verificano abusi sessuali sui minori stessi da parte di membri della famiglia o da estranei con il consenso dei genitori.

L’intervento del Tribunale dei Minori, attraverso il lavoro dei servizi territoriali, è volto alla tutela del minore con una serie di provvedimenti che prevedono l’allontanamento del bambino dalla famiglia e il suo inserimento in una comunità che possa garantire un ambiente accogliente e un aiuto da parte di operatori qualificati. Dove è possibile, inoltre, si cerca di recuperare il contesto familiare affinché si possano risolvere quei fattori di rischio che hanno motivato l’allontanamento del bambino.

E’ chiaro che a fronte di questi traumi psichici e fisici, il bambino può manifestare dei ritardi di apprendimento e di sviluppo, di difficoltà di concentrazione, può assumere atteggiamenti aggressivi o chiudersi in se stesso. I genitori adottivi devono quindi essere consapevoli delle realtà da cui arrivano questi bambini ed essere pronti ad affrontare un lungo percorso di recupero. A volte, purtroppo, la dottoressa Giallongo riscontra una mancanza di preparazione degli aspiranti genitori adottivi, una scarsa consapevolezza di quale sia il bagaglio che questi bambini portano con sé. Il consiglio che ha rivolto a tutti noi presenti è stato quello di partecipare a incontri formativi, di leggere libri sull’argomento, insomma documentarsi il più possibile per “crescere” in questa questa scelta e arrivare quanto più “preparati” ad accogliere i nostri figli.
 

 

Giulia