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Il
Contenuto
- Parlano russo, indiano, swaili o
spagnolo. Sono confusi ed intimoriti, a volte sono introversi e
persi nel loro mondo, a volte sono inquieti ed irrequieti. Hanno sei
anni e ne dimostrano quattro, emotivamente poi sembrano ancor più
piccoli. A sette e otto anni non hanno idea di quel che sia una
scuola, un libro... Sono i figli dell'adozione internazionale.
Nella loro vita ci sono due madri, due famiglie, possono avere un
passato segnato da traumi, possono aver vissuto per anni in un
istituto, possono aver viaggiato da un continente all'altro, hanno
sempre viaggiato da un prima ad un dopo, molto diversi tra loro, per
avere una famiglia stabile e serena.
Arrivano in classe con le loro lingue, le loro culture, i tradimenti
degli adulti, il loro aver trovato una famiglia attraverso
l'adozione.
- Arrivano in classe con i
nuovi genitori, genitori a volte stanchi, ansiosi, desiderosi di
trovare nelle insegnanti delle alleate che li aiutino nei primi
bellissimi e faticosissimi mesi di formazione di una nuova
famiglia.
Raramente gli operatori della scuola conoscono le realtà, le
storie dei bambini, le procedure, le vicissitudini burocratiche,
le attese e le avventure dei genitori adottivi.
A volte sembra che manchino i canali per parlarsi e che scuola e
famiglia siano due mondi che non riescono a raggiungersi.
La scuola accogliendo in sé - attraverso i bambini - le
moltissime istanze del sociale, può oggi farsi promotrice di una
cultura della convivenza civile dove ogni differenza trovi modo
di esprimersi per quanto ha di ricco, nuovo, stimolante per
tutti noi.
È per questo che desideriamo creare un'alleanza tra genitori e
maestre, un'alleanza dentro cui i bambini cresceranno
serenamente, i genitori si sentiranno sostenuti e le insegnanti
vedranno riconosciute al meglio le proprie capacità.
Gli Autori
- Anna Guerrieri è
docente di Matematica presso l'Università di L'Aquila. Ha un
figlio nato in Ucraina.
Maria Linda Odorisio insegna Italiano nelle Scuole
Medie. Ha tre figli, di cui uno nato in Etiopia.