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Il
Contenuto
- Tilahun e Zenebech arrivano
dall'Etiopia. In Italia trovano una madre, un padre, un
fratello, una casa. Si sono lasciati alle spalle un Paese
segnato dalla povertà e dalla guerra. Alla nuova famiglia
portano la ricchezza e l'intensità dei loro ricordi.
Sono nati in un Paese con una storia antichissima, stremato
dalla siccità, dalla carestia, dai conflitti. Entrambi, nati e
cresciuti in regioni diverse, rimangono presto soli a causa
della povertà e della guerra. Quando arrivano in Italia,
adottati da una famiglia di Genova, sembrano già dei piccoli
adulti. Non hanno l'album di foto dell'infanzia, come tutti i
bambini, hanno soltanto i loro ricordi: dell'Africa, della
perdita dei loro cari, della tragedia della guerra, dell'attesa
di un cambiamento. Ricordi dolorosi ma non solo. Con la nuova
famiglia e nella tranquillità di una vita normale, tra i giochi
con il fratello italiano Andrea e le lunghe conversazioni con la
mamma Emilia, l'incontro con nuovi amici e la scoperta di una
città ricca di opportunità, riemergono lentamente anche le
immagini di un passato ricco di affetti, incontri e tradizioni.
Nasce il timore di perdere il ricordo di un viso, del suono di
una lingua, del sapore di un cibo. Emilia si offre allora di
fare da memoria per i suoi ragazzi:
- «Volevo che i miei figli
fossero certi di poter consegnare a me il loro bagaglio di
preziosi cocci, l'unico bagaglio con cui sono arrivati da Addis
Abeba... Man mano che mi consegnavano la loro storia, come
uccellini si spogliavano del vecchio piumaggio, e rapidamente
assumevano nuovi modi di parlare, di muoversi, costruivano una
nuova relazione con il mondo e dimenticavano.»
- Emilia scopre così che forse
la memoria è impossibile, proprio come avere le fotografie mai
scattate dell'infanzia.
"Questa è una storia vera. Ho deciso di scriverla perché mi
accorgo di non riuscire più a mettere parole sul foglio. Mi
accorgo di non trovare concentrazione, costanza, passione per
altre storie da quando questa che ho dentro, nella testa, forte,
reale, preme per avere forma. Ho pensato spesso di scriverla,
ero frenata dalla consapevolezza di trattare un materiale
prezioso, fragile e, soprattutto, non solo mio, appartiene ai
miei figli, è la mia storia con loro, ma è anche il racconto
della loro vita prima che c'incontrassimo. Ho chiesto il loro
permesso e ho deciso di scrivere. Questa è la storia del
significato che alcune parole hanno acquisito per noi: fame,
sete, ricchezza, morte, rabbia, paura, nostalgia, razzismo,
acqua, fratello, figlio, madre."
Gli Autori
- EMILIA MARASCO è nata nel
1959 a Genova, dove vive e lavora. Docente di Storia dell'arte,
da alcuni anni dirige l'Accademia di Belle Arti di Genova. Ha
pubblicato articoli, saggi, presentazioni di mostre e si occupa,
in particolare, di progetti per i giovani artisti. Ha tre figli:
Andrea, Tilahun e Zenebech.