La relazione dell'Incontro del 31 Ottobre 2006
"Le verità difficili: il racconto della storia e delle origini"
Raccontare la storia e le origini di un figlio è uno dei temi più delicati da affrontare per noi genitori adottivi che siamo legittimati ad esserne i custodi ed a decidere quando e come ripercorrere il loro vissuto.
Nella serata del 31 Ottobre, la Dott.ssa Trasforini, psicologa, ci ha aiutato a comprendere, analizzare e rispondere ad alcune delle domande tipiche dei figli adottati, circa le loro origini e la loro storia.
E’ nostro il compito, il piacere ed il dovere di trovare gli spazi per parlarne, ma quando e come?
 
Molte volte sono i bambini stessi a fornire lo spunto con domande più o meno dirette, a volte sono i genitori che possono prendere l’iniziativa, ma è fondamentale farlo.
Con parole che vengono dal cuore, con semplicità ma anche con coerenza, perché il bambino percepisce le nostre esitazioni, non ce lo dirà ma porterà con se le nostre incertezze che diventeranno le sue insicurezze. Pur non esistendo un’età precisa per iniziare a raccontare le origini, già dai tre anni il bambino è in grado di elaborare la sua storia,  fatevi aiutare dalle fiabe, nelle quali sarà il protagonista e l’eroe, e si sa, le fiabe hanno sempre un lieto fine!
Nel momento scelto dal genitore il bambino potrebbe non essere pronto e ve lo farà capire. Accogliete il suo segnale, che non significa che non vorrà mai sapere, ma che non è ancora il momento giusto. Col passare del tempo le domande non termineranno, ed il vostro racconto si adeguerà all’età.
 
Ma cosa raccontare?
Anche nel caso (raro) in cui conosciate tutto del suo vissuto, dovrete scegliere cosa raccontare ponendovi sempre come obiettivo principale il benessere del bambino.
Ad esempio è importante fargli sapere che è nato da un incesto?
Che valore aggiunto, e quale maggiore consapevolezza di sé potrà portargli? Forse nessuna!
E’ importante mantenere il legame dei bambini con la terra di origine: perché è parte di loro, del colore della loro pelle, di una storia che hanno vissuto e che ricordano. Anche se sono partiti piccolissimi, conservano delle sensazioni, una memoria somatica, che avvertono ancora prima di essere nati.
Lo stesso vale per il nome: Marcos, Julio, Andrea… il nome fa parte di loro, se vorrete cambiarlo il bambino lo accetterà, ma penserà che gli sia stato tolto qualcosa.
 
Ma cosa dire di chi li ha procreati?
Inventarsi una storia? Raccontare la verità anche se crudele? Mettere su un piedistallo chi ha abbandonato un figlio perché comunque è grazie a questa signora che abbiamo potuto incontrare nostro figlio?
Bé, come insegnano tutti gli psicologi, i "veri genitori" sono coloro che si prendono cura del bambino, che dedicano la loro vita per farlo sentire sicuro, vederlo crescere, aiutarlo a trovare serenità ed autostima.
Anche se conoscete la storia di chi ha messo al mondo vostro figlio, mantenete una certa neutralità, non fate pensare al bambino che sarebbero stati una mamma ed un babbo perfetti , perchè la realtà è ben diversa. Ma nemmeno denigrarli, perché non si senta colpevolizzato di essere nato da persone ‘poco di buono’, come nella maggior parte delle storie.
 
E se non conosciamo tutta la sua storia?
Meglio ammettere tranquillamente di non conoscerla. Per l’adozione nazionale questo è frequente; ad esempio, il giudice può decidere di non fornire informazioni ai genitori adottivi. In caso di gravi motivi il figlio a 18 anni può richiedere l’incartamento, altrimenti deve attendere fino all’età di 25 anni. Ma anche in questo caso il giudice potrebbe aver eliminato la maggior parte delle informazioni considerandole dannose per la salute mentale della persona.
 
E se è il bambino che vi rivela qualcosa di spiacevole che non sapevate?
Vivete e gestite insieme a lui il suo dolore rassicurandolo, con parole e gesti, che non si ripeterà mai più, e che nessuno gli farà più del male e che il babbo e la mamma lo proteggeranno per tutta la vita.
 
Saranno la vostra sincerità ed il vostro amore le migliori medicine per curare le sue ferite.
 

 

Giovanna e Fabrizio